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Stazzo, panchina rossa contro la violenza di genere di Valeria Musmeci

Acireale – Stazzo – È stata una bella e toccante manifestazione quella che si è svolta ieri sera nell’incantevole piazza Mantova di Stazzo, tra una suggestiva luna piena che si specchiata nel mare sottostante, per intitolare una panchina rossa a tutte le vittime del femminicido. L’idea, nata dalla sensibilità di una super mamma, la nostra moderatrice Laura Magliocco e dal signor Antonio Giardina, ha subito trovato il coinvolgimento da parte del giovane parroco, don Mario Camera e del presidente dell’associazione “La vela d’oro”. Hanno preso parte alla serata il sindaco di Acireale, dott. Roberto Barbagallo, l’assessore all’ istruzione con delega alle pari opportunità, dott.ssa Adele D’anna e la dirigente scolastica del terzo istituito comprensivo “Gianni Rodari” la dott.ssa Elisabetta Maggio. L’assessore ci ha ricordato come spesso e volentieri, molti fenomeni di violenza fisica e psicologica vengono taciuti e rimangono sommersi nel nostro tessuto sociale, quando non arrivano a sfociare nei tragici epiloghi, a cui , nostro malgrado, troppo spesso le cronache ci stanno abituando.
Oltre le figure istituzionali, a cui si aggiunge la presenza di due componenti del corpo dei carabinieri di Guardia, erano presenti anche due mamme speciali, la mamma della piccola Laura e della giovane Giordana, le quali con la tenacia che le contraddistingue, ci hanno ricordato quanto sia importante riconoscere e, conseguentemente, prendere le distanze da un amore malato, non giustificare e confondere la gelosia e la possessività con le attenzioni e l’amore. Il coraggio di queste madri in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in una missione di sensibilizzazione nelle scuole e nelle piazze, affinché non si debbano piangere altre vittime innocenti, ha commosso non poco l’ attento pubblico, di cui una grossa parte era costituita dai bambini e dai ragazzi dell’oratorio. E sono stati proprio questi ultimi ad animare la serata con canti e balli, assieme alla lettura di una toccante poesia intitolata “Lo stupro”. Ed è proprio alle giovani generazioni che il messaggio della serata era principalmente rivolto, affinché crescano nel rispetto di genere, imparando, presto, a riconoscere anche la più semplice e apparentemente banale forma di violenza, fisica o verbale, e a prenderne le distanze.

(Valeria Musmeci)

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