Attivista politico, giornalista, conduttore radiofonico.
IniziĆ² giovanissimo, quand’era ancora uno studente del Liceo Classico di Partinico, ad avvicinarsi alla vita politica, come egli stesso scrisse, per motivi “emozionali”. Infatti, la sua famiglia era inserita negli ambienti mafiosi: sia nella figura di suo padre, Luigi Impastato, che era capo di un piccolo clan locale e membro di uno piĆ¹ grande, sia nella figura dello zio (marito di una sorella di Luigi) Cesare Manzella, capo della āCupolaā di āCosa Nostraā negli anni ā60. Quando Cesare Manzella fu assassinato con unāautobomba (misero il tritolo nella sua Alfa Romeo Giulietta) il 26 aprile 1963, sia Peppino Impastato che il fratello Giovanni (quindicenne lāuno e dieci anni lāaltro ā che furono portati a vedere il luogo dellāattentato), ne furono molto colpiti. Peppino disse: āSe questa ĆØ la Mafia, io per tutta la vita mi batterĆ² controā. IniziĆ² proprio lƬ la sua voglia di ribellione contro la Mafia, la SocietĆ corrotta in generale ed anche contro la sua stessa famiglia di origine.
A 17 anni approdĆ² al PSIUP (Partito Socialista Italiano di UnitĆ Proletaria) e fondĆ², insieme ad alcuni amici il giornale locale āLāIdea Socialistaā. Il giornale fu presto chiuso perchĆ© Peppino spesso scriveva dei rapporti tra Mafia ed Istituzioni Locali. Il padre Luigi, in quel periodo e per ovvi motivi, iniziĆ² a ācacciarloā di casa; la mamma Felicia Bartolotta ed il fratello Giovanni, perĆ², non lo lasciarono mai da solo.
Dopo due anni lasciĆ² il PSIUP e, nel 1968 divenne dirigente di alcuni gruppi di āNuova Sinistraā e fu attivista di molte lotte proletarie a favore dei ceti piĆ¹ deboli spesso oppressi e sfruttati.
Pur non definendosi un āleaderā, Peppino riuscƬ a radunare presso di sĆ© un grande seguito di persone che, come lui, amavano vivere ed inseguire ideali di giustizia e libertĆ . Fu cosƬ che nel 1975 fondĆ² a Cinisi unāassociazione, il circolo āMusica e Culturaā, che promuoveva ed organizzava attivitĆ ed eventi culturali e musicali. Nel 1977 aprƬ, sempre a Cinisi, una radio: āRadio Autā. Sia con il Circolo che con la Radio, Peppino Impastato portĆ² avanti una grande azione di denuncia contro la Mafia, segnalando continuamente, con mostre, articoli e spettacoli radiofonici satiri, le angherie mafiose contro le persone e contro il territorio di Cinisi. In particolare, con la Radio, Peppino si cimentava in āscenette satiricheā che prendevano in giro soprattutto il CapoMafia locale Gaetano Badalamenti. Questi, non potendo accettare lo scherno pubblico, convocĆ² il padre Luigi dicendogli che Peppino doveva essere ādrasticamente fermatoā. Luigi si oppose dando tutta la protezione possibile al figlio e, al rientro di un breve viaggio negli USA (vi andĆ² per cercare protezione e sostegno), venne assassinato, investito da unāautomobile. Era il 19 settembre 1977.
Pur distrutto dal dolore e consapevole del grande pericolo, non rinunciĆ² alla sua lotta contro la Mafia e, nel 1978, Peppino si iscrisse nella lista di āDemocrazia Proletariaā per le elezioni politiche di Cinisi ma, rimasto ormai senza la protezione del padre, venne bestialmente assassinato la notte del 9 maggio 1978, a soli 30 anni, qualche giorno prima del voto (che comunque lo vide eletto). Il mandante dellā attentato mafioso fu Gaetano Badalamenti detto Don Tano (sentenza dellā11 aprile 2002) ed il suo “luogotenente” Vito Palazzolo (sentenza del 5 marzo 2001). Non furono mai trovati gli esecutori materiali. Purtroppo, giĆ il giorno dopo lāomicidio, fu anche quel ramo delle Istituzioni corrotte a depistare le indagini parlando di āsuicidioā oppure di āincidente durante la preparazione di un attentatoā. Occorsero piĆ¹ di 20 anni per fare giustizia.