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HomeDai lettoriA proposito di gender: cerchiamo di fare chiarezza.

A proposito di gender: cerchiamo di fare chiarezza.

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Quest’estate volge al termine portando con sé un caldo oltremodo insopportabile e tante polemiche. Quelle più calde riguardano sicuramente il mondo della scuola, con la sua ormai nota riforma detta “La buona scuola” (che forse di buono ha ben poco…) che dovrebbe portare più poteri ai dirigenti scolastici, ma che ha anche messo in subbuglio i precari con il famoso piano straordinario di assunzione (e le sue fasi, O e A tradizionali, B con relativa domanda online e l’attesa di essere assunti chissà dove e C, potenziamento dell’organico da attuare in tempi non ancora definiti).
Altre polemiche, tuttavia, hanno riguardato una questione, per molti non del tutto chiara ma subito percepita come pericolosa, quella del gender o meglio di ipotetiche teorie di gender da insegnare a scuola. Nei social, ma anche attraverso delle catene di Sant’Antonio diffuse tramite SMS o WhatsApp, si sono lette delle assurdità pazzesche, a proposito di ipotetici momenti di masturbazione da introdurre durante le ore di lezione dedicate all’educazione sessuale. Il fatto ancora più grave è che molte di queste paure sono state fomentate da strane circolari emanate da dirigenti scolastici che non hanno fatto altro che alimentare il panico, nonché fatto nascere comitati spontanei per la sopressione di questi eventuali corsi. Ovviamente in questo mare di paure ci hanno sguazzato bene anche le scuole private di stampo religioso, pronte ad attirare nuovi iscritti e salvare i bambini dalle suddette iniquità.
La domanda nasce spontanea, ma di cosa parla esattamente questo articolo, o meglio questo comma? Qualcuno si è preso la briga di leggerlo? Il comma 16 dell’articolo 1 dice: “il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori…”. Forse uno dei punti più interessanti e veramente innovativi della riforma, verrebbe da dire, che è stato travisato da chi vede in esso un pericolo per la famiglia tradizionale e i ruoli canonici di maschile e femminile.
Nulla, dunque, hanno a che vedere tutte quelle informazioni che sono state diffuse da questi comitati anti teoria gender, i quali facevano appello anche a delle note (assolutamente decontestualizzate) estratte dal documento dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Quindi, cari genitori, non sono previsti corsi di masturbazione ai bambini piccoli, ma molto più semplicemente si vuole insegnare ai nostri alunni come ridurre gli stereotipi attribuiti ai ruoli sociali, tra uomo e donna, combattere la violenza di genere insegnando la cultura del rispetto contro ogni descriminazione per prevenire fenomeni quali il bullismo e rendere i bambini di oggi degli adulti migliori domani. In sintesi: insegnare il rispetto, nient’altro!

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