Dopo i fatti della presunta corruzione per il sindaco di Aci Catena Maesano e per il consigliere comunale Barbagallo, sono arrivate le dimissioni di tre consiglieri comunali Sciacca, Citraro e Grancagnolo e tra non molto arriverà il commissario e si chiude una sindacatura che ha avuto tanti, troppi sostenitori e il Movimento 5 Stelle e Aci Catena Bene Comune tra i pochi detrattori .
Al Movimento 5 Stelle va riconosciuto di aver acceso i fari (a torto o a ragione lo dirà la Magistratura) sulla questione “morale” nel comune catenoto. Acireale Bene Comune ha fatto le sue battaglie e le ha condivise con i suoi pochi simpatizzanti ma il colpo è arrivato – non dalla politica e men che meno dagli elettori – dalla Giustizia. Indagini, fermi, ancora indagini e le dimissioni previste, prevedibili e ovvie.
Non sono in grado ne gradisco le speculazioni su eventuali colpevolezze e quindi mai mi permetto di entrare nelle faccende giudiziarie in corso, certamente però qualcosa è successo ed il terremoto politico è in atto. Ma dopo un terremoto si deve ricostruire e si può fare in tanti modi: modello Belice, modello Umbria, modello Friuli. Ovvero si può ricostruire bene e velocemente oppure male, malissimo e con tempi troppo lenti. Rimango convinto che Aci Catena (così come tante altre realtà del sud) abbia bisogno di un cambiamento radicale e rivoluzionario, sono convinto che un’intera classe dirigente deve andarsene a casa e smettere di fare politica e sono convinto che quando le emergenze diventano tante e pesanti, potrebbe essere opportuno uno scossone politico/elettorale.
Il movimento 5 Stelle (movimento per cui non nutro particolari simpatie soprattutto per la loro verticistica organizzazione) può essere l’antibiotico da cavallo da infilare nella chiappa della realtà catenota. Sono convinto che uno scossone, una sventola alla governance sia necessaria anzi salutare. Sono ancora convinto che, prima o poi, le cose accadono e, sempre prima o poi, lo “scoglionamento” cresce come un’onda di tsunami e porta via con se fango e detriti.
Aci Catena andrà ad elezioni e, dopo un periodo di commissariamento, potrà maturare il pensiero tra gli elettori di affidarsi al cambiamento e verificarne le reali capacità amministrative. Aci Catena può uscire dal pantano amministrativo solo con uno scatto di orgoglio e con un urlo collettivo. Via tutti!
(mAd)
