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Acireale – Corso Umberto II, una via due storie diverse.

ACIREALE  – La storia del tanto amato e conosciuto corso Umberto di Acireale da qualche anno assume contorni, per così dire, originali e mai visti prima.

La lunga strada che dal Duomo porta a piazza Indirizzo è sempre stato il luogo della passeggiata, dove gli adolescenti fanno le prime uscite in gruppo senza genitori a seguito, una lunga strada piena di negozi e vetrine dove, in qualche modo, si andava a comprare l’abbigliamento, le calzature, i regali, i vestitini per i figli, l’intimo ed anche il buon pane. Quella strada, con il tempo, ha subito diverse dinamiche. Prima completamente con basolato lavico e marciapiedi con i sanpietrini, poi ci fu il tempo dell’asfalto (stranezze della modernità), poi si ritornò al basolato lavico, scomparvero i sanpietrini del marciapiede ed anch’esso venne rifatto con basolato lavico di fatto tortura per chi vi passeggia.

Negli anni sono apparsi come per incanto anche i condizionatori ed i fili pendenti non sono più l’allegoria del postmoderno ma un segno della vecchiaia del tessuto urbano. Le luci sono quelle di sempre, quelle che vennero istallate dopo le torce al petrolio. Opache, giallastre, pendenti, rotte: un festival del degrado paragonabile solo ad uno scenario post atomico. Ma tutto questo sembra essere un fatto ineludibile, una questione dovuta alla mancanza di manutenzione, ristrutturazione e attenzione dei luoghi; del resto camminando lungo il nostro famoso corso Umberto anche i ruderi ormai fanno parte della cartolina del principale corso acese.

Ma tutto questo sembra essere un fatto legato al non fare ma da qualche anno a questa parte ci sono, invece, i fatti legati alla volontà delle persone, degli amministratori. La differenza di trattamento del corso Umberto che è diventato i corsi Umberto (plurale). Ogni iniziativa od evento viene regolarmente svolta tra il Duomo e piazza Garibaldi. Giunti a piazza Garibaldi con l’incrocio con la via Paolo Vasta sembra di essere in quello che fu la linea di confine (il muro) tra la Berlino opulenta e festaiola dell’ovest e quella grigia e malmessa dell’est. Da una parte feste, eventi, manifestazioni, carnevale e ztl (solo per i week end ed i festivi), dall’altra parte un lungo via vai di automobili incolonnate, poca gente, niente eventi e, poi li in fondo, mezza villa Belvedere aperta e l’altra con le ormai mitiche transenne.

Due trattamenti completamenti diversi che ci danno la possibilità di tentare di esprimere un quesito. Come stanno gli esercenti (quelli rimasti) del corso Umberto che da piazza Garibaldi arriva alla villa Belvedere? Sono contenti di non essere stati toccati dalla ztl oppure stanno pagando qualche prezzo in quanto tagliati fuori dagli eventi? E gli esercenti dell’altro corso Umberto? Quelli da piazza Garibaldi al Duomo sono contenti per le manifestazioni che si svolgono sempre e solo in quel tratto di strada? Ne hanno ricevuto benefici in termini di riscontri economici?

Insomma una strada, un muro invisibile che mette tutti nelle condizioni di chiederci ma è il traffico che porta benessere e vendite? E’ possibile continuare a non vedere che bisogna ripulire tutto il corso Umberto da condizionatori, fili pendenti e ruderi fatiscenti? E’ così complesso da immaginare che bisogna spendere del denaro (neanche tanto) per abbellire il corso con un arredo urbano degno di questo nome? E’ così improbabile e assurdo dotarsi di una navetta ecologica che giri lungo tutto il perimetro del centro?

(mAd)

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