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Acireale – Depuratore, una questione di 133 milioni di euro

Ad Acireale, come è noto, siamo privi sia di reti fognarie che di depuratore. Alla fine del mandato amministrativo della giunta Garozzo, parecchie sedute di consiglio comunale, conferenze pubbliche e accesi dibattiti tennero banco per cercare di capire dove allocare il nascituro depuratore. Venne prima individuata la contrada “Volano” ma la sede di allocamento venne bocciata in consiglio comunale, con voto contrario di tutti i dagostiniani che, ai tempi, erano all’opposizione. Gli stessi, insieme ad altri consiglieri d’opposizione, proposero altri siti e in particolare uno vicino Pozzillo, “Femminamorta”. Ma anche questa ipotesi non ebbe seguito. Nacque un comitato civico che si oppose affinchè non si decidesse per via Volano.

Ad agosto 2014 il sindaco Barbagallo afferma: “Finalmente si esce da una fase di stallo. Adesso seguiremo con attenzione tutte le fasi a partire dalla localizzazione, alla progettazione fino al collaudo. Siamo fiduciosi e siamo sicuri che il Genio civile si confronterà con le istanze del territorio e sarà trovata la soluzione ottimale per una questione che non può più essere rimandata. I tempi sono strettissimi, appena insediata la nuova Amministrazione ha subito voluto riaprire l’iter con la Regione e dare un segnale del massimo impegno per trovare un soluzione sostenibile e compatibile con le esigenze del territorio. La realizzazione dell’impianto è fondamentale al fine di tutelare l’ambiente, il territorio, le nostre coste e il nostro mare, non possiamo più aspettare”.

Il 4 settembre 2014 sempre il sindaco Barbagallo dichiara alla stampa:  “La stretta imposta dallo “Sblocca-Italia” è giusta, da troppi anni si discute invano di depurazione e il finanziamento è rimasto congelato, e purtroppo oggi il nostro mare e il nostro territorio piangono le conseguenze dell’indecisione della politica. Adesso si ripropone alle porte lo spettro mai scongiurato delle sanzioni europee, fin ad oggi evitate proroga dopo proroga, e della perdita di un finanziamento che per Acireale e i Comuni del territorio è indispensabile”.

Solo il giorno prima il 3 settembre 2014 era stato deliberato dalla Regione Sicilia di designare l’assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità – Dipartimento regionale tecnico – quale nuovo soggetto attuatore in sostituzione del Comune di Acireale per la realizzazione dell’impianto consortile di Acireale per un importo complessivo di 133.699.570,00. Quello che si legge dalla delibera regionale è impietoso e preciso allo stesso tempo. Dalle motivazione del “commissariamento” — “… inerzia del soggetto attuatore, nella fattispecie il Comune di Acireale, che allo stato non dispone neppure del progetto nella sua forma preliminare, anche a causa della mancata individuazione del sito, nel quale dovrà sorgere il proprio impianto di depurazione”.

Nulla di fatto, così il 15 aprile 2016 in consiglio comunale arriva un interrogazione della consigliera comunale Mariella Bonanno per capire, chiedendosi al sindaco, “se si è informato per lo stato in cui è arrivato l’iter tecnico burocratico per la progettazione e il collocamento del depuratore consortile anche considerando che si rischiano pesanti sanzioni”. Risponde immediatamente dopo il sindaco di Acireale Barbagallo con queste parole. “Per quanto riguarda il depuratore consortile sapete che il consiglio comunale è stato commissariato dall’assessore Contraffatto che ha nominato una struttura tecnica commissariale composta da diversi docenti universitari e da tecnici… purtroppo la non scelta del sito non è stata solo nel comune di Acireale ma in quasi tutta la Sicilia”.

Oggi 16 settembre 2017 ancora Acireale attende una decisione per la questione depurazione. Anche questa è la Sicilia, anche questo va fatto conoscere nel bel mezzo di una campagna elettorale regionale.

(mAd)

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