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Acireale – Fondi comunitari, ultima risorsa

ACIREALE – Piani triennali delle opere pubbliche, bilancio di previsione approvato e altre pratiche contabili sono, per il Comune di Acireale, passaggi in cui la politica delegata trova la convergenza e vota unita il bilancio conusntivo del 2016. Un dato significativo che il presidente del consiglio comunale Raneri definisce: “Il consiglio comunale di Acireale approva il consuntivo 2016 entro i termini previsti, cosa da non sottovalutare, considerate le criticità affrontate da tantissimi Comuni siciliani”.

Le criticità a cui si riferisce il presidente Raneri sono ovviamente le grandi difficoltà in cui tutti i Comuni italiani si trovano dopo oltre un decennio di tagli dei trasferimenti. Dallo Stato alle Regioni e ai Comuni le risorse scarseggiano e sono sempre previsti tagli su tagli, da tempo ormai le uniche risorse importanti e utili per migliorare le città sono quelle che arrivano dalla comunità europea. Quell’Europa tanto criticata dai vecchi nostaligici della Stato/Nazione è da tempo l’unica fonte di “approvvigionamento” per i Comuni italiani.

Rimane sempre un dato importante da non perdere di vista, ovvero che la Sicilia continua ad essere il fanalino di coda per la gestione dei fondi UE. Ed è anche la regione che più di altre fa discutere per l’utilizzo poco oculato degli stessi.

Il consiglio comunale acese approva quindi i bilanci (di previsione e/o consuntivo) con una rapidità eccezionale anche perchè non si è ancora compreso che i bilanci di un Ente pubbico non sono necessariamente una ricerca affannosa del “pareggio” ma, di fatto, rappresentano la linea politica concreta che le amministrazioni propongono con, appunto, la destinazione di somme e di impegni di spesa.

Ad Acireale i “numeri” pubblici tengono conto della buona conoscenza ragionieristica, vorremmo però anche capire quante risorse sono state destinate al “sociale” e vorremmo anche (lo dicemmo anni fa con l’insediamento della gunta Barbagallo) che il bilancio partecipato avesse dei fondi più definiti nei loro obiettivi.

Non rimane di sperare che intercettare fondi UE per la città possa presto significare migliorare la città e non renderla, se possibile, ancora peggiore. Qualcuno ricorda la villa Belvedere?

Ovviamente mentre si aprono questioni difficili sulla necessità di reperire fondi, c’è chi ancora fa l’equilibrista sulla sbarra del parcheggio.

(mAd)

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