martedì, Marzo 19, 2024
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Acireale, il cambiamento lento e la pessima eredità

Acireale è una città con una quantità di problemi antichi e irrisolti. Se guardiamo gli indicatori di vivibilità delle città italiane ci accorgiamo, chiaramente, che siamo sempre al di sotto di ogni indice accettabile e civile; lo sappiamo, è vero. Il cambiamento dell’amministrazione Barbagallo segue un andamento lento e, a volte, altalenante (come ad es. la ZTL e la qualità dell’aria), segue un andamento sobbalzante causa la strada accidentata dell’accozzaglia eterogenea ch si ritrova tra le fila amiche, segue un andamento a caso quando prova a concepire il verde pubblico non come un bene inalienabile ma come “radici che stradicano l’asfalto”. Brutte convinzioni.
Di fatto con la scomparsa (riscomparsa) della sinistra acese il pungolo proviene dalla destra ed è un disastro totale. A destra, infatti, il tentativo di produrre opposizione spesso si basa su concetti che sono di retroguardia e sono figlie di un passato senza radici, frutto di un passato recente che è stato, certamente, un decennio di assenza di programmazione in ogni ambito cittadino.
Siamo usciti da un interminabile decennio di governo di destra che non ha programmato in materia di gestione dei rifiuti, non ha programmato in termini di spazi per i piccoli e per la socializzazione, che ha sottratto spazi di vivibilità producendo, di fatto, la chiusura della villa Belvedere. Una destra di governo che ha dimenticato di prendersi cura dell’ambiente, non ha pensato di produrre un piano per la circolazione, un piano di mobilità, assenza di ogni programmazione e gestione, anche questa assai relativa, dell’ordinaria amministrazione.
Alle ultime amministrative poteva andare a governare anche la coalizione con il PD capofila e, possiamo dirlo, sarebbe stato un gran disastro se analizziamo le modalità con cui hanno affrontato le alleanze al turno di ballottaggio. Il M5S e la sinistra non sono riusciti a mandare alcun consigliere in consiglio (voto libero sempre centellinato ad Acireale) e, così, Barbagallo prova ad affrontare le sfide di una collettività affamata di tutto, una comunità a cui è stato privato ogni spazio, ogni possibilità di intervento. Problemi tanti, andamento lento e pesantissima eredità.
Eravamo e siamo in una città a zero investimenti, nel caos totale per viabilità, senza spazi sociali e ricreativi degni di questo nome, con troppi cancelli chiusi e siamo qui a continuare a sperare e, tra le speranze, c’è anche quella di non vedere mai più un ritorno della destra al governo della nostra cara e ferita città.

(mAd)

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