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Acireale – Ipab Oasi Cristo Re, i parroci scrivono a Crocetta

ACIREALE – Inizia così la lettera aperta inviata dai Parroci di Acireale al presidente della Regione Sicilia Crocetta: “I parroci della Città di Acireale… esprimono la propria preoccupazione per i lavoratori dell’Ipab Cristo Re.. da  32 mesi privi del loto stipendio”.

Erano opere pie, ovvero quei luoghi delle varie Curie siciliane che si occupavano del sostegno ai più deboli e bisognosi. Erano, perché – strada facendo – alcune di queste Ipab, di fatto, hanno smesso di erogare servizi e sono rimasti immobili fatiscenti con un cda di nomina politica e curiale.  Ma dentro il disastro che produce la malapolitica quando mette le mani sulla gestione del sociale, ve ne sono alcune che, invece, hanno continuato a fornire servizi concreti ai meno abbienti. L’Ipab Oasi Cristo Re di Acireale è una di queste e, quindi il buon senso direbbe che andrebbe salvaguardata ma non è così. Ci accorgiamo senza stupore che sono proprio le Ipab “virtuose” che stanno pagando il prezzo più alto di una gestione fallimentare e, di fatto, i lavoratori che svolgono le loro mansioni sono quelli che hanno subito più di tutti. Lavorare e non ricevere salario va oltre l’insulto, è violenza.

Ed infatti nella lettera dei parroci acesi al presidente Crocetta si legge: “… vogliamo sollecitare il legittimo intervento da parte della Regione Siciliana, da Lei preseduta, perché “l’operaio ha diritto alla giusta mercede”, citando il vangelo di Luca cap. 10.

Altro dato che è emerso dal sit- in di ieri (28/03/2017) è la divisione e lo scoramento dei lavoratori della struttura acese. Pignoramenti, ritiro dei pignoramenti, attendere ancora? Questi sono gli interrogativi che dividono i lavoratori e sono divisioni e tensioni ovvie e “normali” perché dentro la disperazione non sempre si riesce a mantenere la calma e la giusta tensione. Del resto il concetto di “dividi et impera” è sempre una formula vincente per il potere che vuole, di fatto, confondere i lavoratori e promuovere se stesso.

Si attendeva una legge sul riordino delle Ipab promessa in campagna elettorale regionale, proprio ad Acireale, dal presidente Crocetta durante una mia intervista. Riordino delle Ipab possibile legge regionale che l’on. Foti ha elaborato e portato inutilmente al dibattito dell’ARS.

La vicenda, oggi, assume contorni kafkiani e il blocco della politica è tutto presente e potente. Nessuno vuole sulle spalle una struttura in passivo e così si scopre che si fanno analisi da ragionieri mentre continuiamo a spendere risorse imponenti per la gestione della “mala” sanità siciliana e per permettere alle strutture private di conquistare il mercato senza una seria e vera “concorrenza” pubblica.

Infine. Restiamo convinto che allo stato dei fatti l’unica soluzione possibile resta l’OCC. L’organismo di ricomposizione della crisi che valutando i bilanci e la situazione economica possa ripianare i debiti e dare ai lavoratori (che sono i primi creditori) gli stipendi che aspettano da troppo tempo. Dopo sarà necessario rivedere l’organico e fare di tutto per aumentare i posti letto.

In attesa di ulteriori passaggi di questa triste e squallida vicenda di politica siciliana, l’unico appello possibile è quello di indicare ai lavoratori unità di vedute e unità di lotta.

(mAd)

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