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Acireale – La questione meridionale

Ascoltare, leggere, intervistare alcuni lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re è stato per me uno spaccato della questione meridionale. Lavoratori di struttura pubblica attiva sul territorio che non ricevono stipendi dallo stesso Ente istituzionale. Tragico se pensiamo che i signori seduti all’ARS ricevono regolarmente stipendi altissimi nella regione più povera d’Italia. Ma è anche istruttivo leggere: “ma cosa stiamo aspettando?”. In effetti me lo chiedo da tempo ma i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re cosa stanno aspettando? Forse aspettando che Crocetta fa un regalo al M5S e alla proposta dell’on. Foti. Assurdo, non accadrà mai e men che meno adesso che sono, i signori deputati ars, in campagna elettorale.

Allora i dipendenti Ipab Oasi Cristo Re cosa stanno aspettando? Una domanda a cui non so dare risposta anche perché non si è mai visto un ritardo nei pagamenti di 31 mesi e, contemporaneamente, i lavoratori che non indica uno che sia uno giorno di sciopero o qualche protesta concreta e civile che non sia il gesto isolato di qualcuno. Cosa state aspettando? Chissà, non si capisce.

Altra questione meridionale la troviamo nelle strade di Acireale dove tra strisce blu (dipinte anche sulle piazze e sui marciapiedi), parcheggiatori abusivi, ticket e presunta sbarra ai cappuccini ci accorgiamo che è un continuo pagare e che non possiamo, mai, spostarci in città con mezzi pubblici veloci, con corsie preferenziali e con orari certi. E’ una questione meridionale aver salutato con occhi sorpresi due navette che hanno dato un servizio solo per pochi mesi. Abbiamo salutato uno spazio chiuso al traffico veicolare per poi ripiombare dentro le polveri sottili, ancora una boutade meridionale del sindaco Barbagallo e della sua truppa di dipendenti del’onorevole di Sicilia Futura.

Altra dimensione meridionale le strade come discariche. La gente (tanta) che la notte scarica sacchetti di monnezza ovunque e che non riesce a comprendere che differenziare non è un sacrificio ma un minimo di possibilità di crescita civile. Eppure bisogna conviverci con questa gentaglia senza rispetto, gente che – come la spazzatura – inquina la bellezza dei luoghi e distrugge ogni possibilità di riscatto civico.

Siamo nel meridione profondo e con tutte le questioni irrisolte. Il commercio agonizza, la mafia dell’usura  e del pizzo, le sale slot ovunque, vecchi e giovani che grattano la possibilità di diventare milionari, con la loro monetina sperano nella sorte entrando a piedi pari dentro il girone della ludodipendenza.

Ed ancora indagini agli assenteisti ed alcune condanne, indagini per le riunioni delle commissioni consiliari, indagini per la monnezza, indagini dentro il Palazzo e l’attività di polizia giudiziaria che diventa la scena politica, diventa il fulcro delle analisi.

La povertà avanza, i centri di raccolta abiti e cibo sono ogni giorno presi d’assalto e quando sentiamo parlare di turismo non riusciamo a trattenere il vomito e il malessere. Una città malata, sporca, povera, senza economia, con strade che sembrano giungle, priva di mezzi pubblici efficienti è una città che dove pensare a comprendere il minimo dello sviluppo civico e provare ad alzare gli indici di vivibilità e non certo mirare al turismo solo per quattro carri in cartapesta che girano per le squallide strade dai fili pendenti e dai condizionatori in bella vista.

In ogni caso, tranquilli, ci pensa Sogip a risolvere tutte le questioni, ovviamente anche la villa Belvedere.

(mAd)

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