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Acireale, non è una città per bambini

Questo non è un luogo per bambini, basterebbe respirarne l’aria per comprenderlo e basterebbe camminare con il naso tappato per contraddirmi.

Giro con due bimbe, mano nella mano, nel profondo vuoto che ci attornia, giro e rigiro, con le mie figlie, intorno l’inconcludenza di ciò che ci circonda.

Sono un padre in cerca di civiltà, tra promesse di dignità e malinconiche realtà, tra vecchi visi e ipocriti sorrisi. Sono un uomo adulto che ha vissuto, in questa città, tutti i non cambiamenti di una piccola società, che tra altalene incatenate e altre falsità, ha reso recintata la nostra libertà.

Ho da dire mille cose, come i mille santini dentro le nostre case, che, con promesse evase, hanno seppellito un paese, con poltrone senza base e piccole pretese. Due passi in strade indecenti, ultimo spiraglio per malmessi commercianti, ostaggio di fannulloni clienti e di liberi cittadini, maldicenti. Mano nella mano, care figlie, non lasciamoci scappare, su queste strade non si può morire, ma non si può danzare.

Mano nella mano, amate ragazze, in queste piazze c’è un gran chiacchierare e un minuscolo, lamentoso, reclamare; sono momenti delicati, bisogna saper parlare. Orde di giocatori pronti ad entrare nella mischia, seguaci tifoserie e beati sonni di chi se ne infischia, un potpourri triste per un borgo sempre in festa. Basta bimbe, nessun lamento, oggi vi porterò in una distesa di cemento, dove, in tutta tranquillità , pedalerete all’unanimità.

Tranquille, troveremo un posto dove giocare, alla faccia di chi gioca con la nostra pelle e di chi non ha le palle per cambiare, siamo liberi e non ce lo lasciamo levare. Sarò un poeta mancato, padre incallito e non importa se nessuno mi comprenderà, in tempi di propaganda tutto è più leggero, anche la più cruda delle verità, si sa.

(Petra Sappa)

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