ACIREALE – La prima volta che pubblicammo questo fotoritocco che riprende la zona della villa Belvedere “colpita” dalla colata della “risagghia” si levò un coro di stupore e di critiche. Lo stupore perchè ad Acireale vedere un prato verde è impossibile e nessuno ne ha memoria, le critiche perchè tanti ritenevano e ritengono che un prato come quello che vediamo nel fotoritocco possiamo permettercelo solo in digitale, perchè non vi sono giardinieri, perchè l’inciviltà diffusa lo ridurebbe in un grande portacicche, perchè “troppo bello per essere vero”.
Davanti a queste motivazioni (realissime) lo sconforto sale dalla bocca dello stomaco fino all’ultimo neurone e prendiamo coscienza che ci hanno ridotto a cittadini che non solo non sanno più sognare in grande ma neanche immaginare la realizzazione delle piccole cose. Un prato sembra essere per tanti un sogno irrealizzabile, un miraggio, una visione onirica assai lontana dalla realtà e dalla realizzabilità.
In fin dei conti siamo tristemente abituati a pensare che le automobili al centro aiutano il commercio, siamo abituati a pensare che la ztl “vuota” di persone non ha senso, siamo abituati a vedere i marciapiedi trasformati in parcheggi, siamo abituati a vedere il barocco completamente annerito e devastato dalle polveri sottili. Di fatto non ci scandalizziamo se un autobus o un furgone transita ad un metro dal portone prinicipale della Cattedrale o se davanti la basilica di S. Sebastiano si può parcheggiare e transitare senza alcun problema, se il cibo in vendita si mischia con le polveri sottili degli automobilisti irriducibili.
Siamo abituati al brutto, al degrado, alle rivendicazioni impregnate da sottocultura mostruosa e non ci accorgiamo di quanto ci stiamo allontanando dalla percezione del bello, della natura, dell’armonia e della vivibilità urbana.
Un prato invece di quell’osceco pietrisco alla villa Belvedere? Troppo bello per Acireale, non possiamo permettercelo e non possiamo nemmeno sognarlo. La tristezza urbana irradia le cento campane, mentre orde di aspiranti consiglieri si muovono come zombies.
(mAd)
