Regola di S. Benedetto
Capitolo VI – L’amore del silenzio: “Facciamo come dice il profeta: “Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone“. Se con queste parole egli dimostra che per amore del silenzio bisogna rinunciare anche ai discorsi buoni, quanto più è necessario troncare quelli sconvenienti in vista della pena riserbata al peccato!…
Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro, il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare.”
La regola del Silenzio, una regola aurea per D’Agostino e discepoli: quando scoppiò il caso “Gettonopoli” ad Acireale, quando ancora si pensava che potesse passare come un improvvisa folata di vento, fastidiosa ma breve, l’esempio di San Benedetto da Norcia calzò a pennello per i discepoli dell’Onorevole, seguiti pedissequamente anche dai Consiglieri di opposizione che sono sempre più ammaliati ed attratti dalla comunione spirituale tra tutti quelli di Cambiamo Acireale.
Ieri l’onorevole ha convocato gli Stati Generali al Concilio Capomulini II, dove si sono incontrati tutti , e si pensava dovesse essere valida e confermata la Regola del Silenzio.
Con grande sorpresa di tutti invece si è verificato l’effetto colapasta, Fancity era al corrente di tutto in diretta satellitare dal luogo della convention, addirittura era in condizione di poter annotare, oltre le argomentazioni dei presenti, anche gli eventuali meteorismi e disturbi gastrointestinali dei singoli.
Sacrilegio!!!! Blasfemia!!!!! Abiura!!!!!
Si è aperta la caccia all’uomo, l’intelligence dagostiniana è alla caccia del delatore; ci auguriamo non venga trovato, la pena è tremenda.
La Santa Inquisizione alternava i monaci alla lettura delle vite dei Santi ventiquattro ore su ventiquattro tenendo sveglio il sospetto eretico, sfibrandolo e costringendolo alla confessione. Analogo supplizio spetterà a chi sarà il sospettato di avere tradito la regola del silenzio dagostiniana: i comizi di Giovanni Pistorio e di Raffaele Lombardo alla cui lettura si alterneranno Sandrino Oliva e il più temuto in assoluto, perchè legge urlando, il terribile Nando Ardita.
(santodimauro per fancitysatira)
