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Carnevale, il sindaco Alì: “Invito a sospendere le critiche, polemiche e dubbi”

ACIREALE – Potremmo solo attaccarci al concetto di buona fede perché l’invito del sindaco, depurato da una dose di buona fede e un’altra di dilettantismo politico, è assurdo e inaccettabile.

Cerchiamo di capire meglio.

Il passaggio sul carnevale, tratto dal “domenicale” del sindaco Alì su facebook, è questo “Invito chi ama il Carnevale a sospendere critiche, polemiche e dubbi sulla manifestazione e impegnarsi a promuovere il nostro evento turistico più importante.”

Il verbo utilizzato è invitare, ma ciò non riesce a togliere nulla al concetto espresso, ovvero non lo rende più digeribile, forse è quota parte di quell’atteggiamento, diciamo così, in buona fede. Forse.  In ogni caso è un’affermazione importante perché arriva direttamente dal primo cittadino. Il sindaco “invita” a sospendere critiche e polemiche, facendo intendere, magari ne riparliamo a manifestazione finita. Possiamo definire questo concetto paradossale se consideriamo che la manifestazione carnevalesca costa agli acesi quasi 1 milione di euro; denaro derivante dai contribuenti residenti ad Acireale. Ed allora davanti ad 1 milione di euro e il lavoro di tanti bravi artigiani della cartapesta le critiche e le polemiche non solo sono inesorabili ma anche utili e giusti.

Poi il sindaco oltre a chiedere la sospensione di critiche e polemiche aggiunge anche i dubbi. Oddio bisogna sospendere anche il solo dubbio che potrebbe balenare ai contribuenti che stanno versando 1 milione di euro. Niente dubbi anche se i dubbi sono il centro e il vero motore della sviluppo umano. Ma tant’è, secondo Alì, dovremmo sospendere anche i dubbi e andare per fede ad amare la ricetta che hanno confezionato giunta amministrativa e fondazione del carnevale. Niente dubbi per aver investito risorse al fine di portare in piazza tutta la crema della tv nazional-popolare. Nessun dubbio, taci che “Malgioglio” ti ascolta.

Il secondo capoverso del monito del sindaco, ops l’invito, è davvero privo di ogni fondamento logico. Scrive Alì in riferimento a chi nutre dubbi e a chi esprime critiche che bisogna “impegnarsi a promuovere il nostro evento turistico più importante.”

Sono rimasto allibito leggendo la seconda parte del triste capoverso dal vago sapore di editto. Sindaco Alì ma chi si dovrebbe impegnare per promuovere l’evento turistico più importante? I cittadini, le mamme che accompagnano i figli a scuola immerse nel caos cittadino, le commesse, la gente che sbarca il lunario, gli intellettuali (ve ne sono?), la gente comune dovrebbero impegnarsi per promuovere il turismo? Ed allora perché paghiamo lo stipendio al suo assessore al Turismo? Ed allora perché la Fondazione del Carnevale ha un direttore artistico ed un paio di addetti stampa? Ed allora come mai bisogna impegnarsi “a promuovere il turismo” considerato il fatto che avete contato mezzo milione di presenze per il carnevale?

Cosa possiamo fare per promuovere l’evento turistico (turistico?) del carnevale? Ovvio, dobbiamo – secondo il sindaco Alì – smetterla con le critiche, le polemiche e frenare i dubbi. Insomma ingoiare la minestra e tacere.  La minestra che poi non è altro che una kermesse nazional popolare priva di ogni fondamento culturale e che manterrà la sua identità solo grazie all’arte dei nostri maestri della cartapesta.

Sindaco Alì, in riferimento ai dubbi gliene sottoponiamo uno. Lei non crede che tanta gente con budget ridotto che pagherà il biglietto magari sarà impossibilitata a spendere qualche euro negli esercizi commerciali acesi?

La lascio con questa domanda (un dubbio) e le possiamo assicurare che finchè ci sarà democrazia ci saranno polemiche e critiche e finché ci sarà progresso ci saranno dubbi.

Acireale non è Teheran.

(mAd)

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