venerdì, Aprile 19, 2024
Google search engine
HomeNewsCome si restaura 'il Ventaglio' di Villa Belvedere

Come si restaura ‘il Ventaglio’ di Villa Belvedere

Il giornalista Nello Pietropaolo a proposito del ciottolato in forma di grande semicerchio che accoglie  da un secolo e mezzo i visitatori della Villa Belvedere, lo chiama ‘il ventaglio’ e   dice che si tratta di ‘ciacatu‘, cioè di pavimento ottenuto con ciottoli. Nello non scrive (ma sa benissimo) che è solo dal 1986 che viene così inteso, quando lo misi in copertina nel catalogo di una fortunata mostra di architettura co-patrocinata dal Comune e dalla  BPSV come fosse, appunto, un ventaglio in mano a una bella ragazza; né sa che le informazioni sul ciottolato che ha tratto da Wikipedia sono mie. Vabbé.

Quello che è invece importante  e  tento inutilmente di  proporre alle Amministrazioni che si sono succedute, è la conoscenza scientifica  e storica del ‘ventaglio’ e il suo  conseguente restauro metodologico. Ma figuriamoci se Roberto Barbagallo mi darà mai questa gioia!

Il grande semicerchio-trentuno metri di diametro- quasi un ‘tappeto’  per chi entra nella Villa Belvedere, realizzato nel 1878, è  uno degli ultimi manufatti della  millenaria tradizione musiva. L’autore, l’architetto acese Paolo Pantellaro (1824-1916) che nelle costruzioni predilige il revival gotico, è anche influenzato, per la decorazione, da quella nuova ‘grammatica dell’ornamento’ (è il titolo dell’opera di metà Ottocento del pittore Owen Jones) che trae spunto dal vastissimo campionario orientale oltre che dalla tradizione medievale europea. L’assimilazione di quella nuova ‘grammatica’  avviene in pochi decenni anche per merito delle Esposizioni universali: verranno macinate tutte le esperienze artistiche dell’umanità per riassemblarle in un nuovo, frettoloso e precario ordine. Ciò balza evidente nel disegno del Pantellaro: notate lo stridore percettivo tra il perimetro di esagoni allineati quasi a mo’ di catena logica per contenere l’ambiguo, sfrenato intersecarsi e infinito moltiplicarsi delle ellissi ogivali disposte a ventaglio  attorno a una conchiglia. Si tratta , appunto, di una lezione magistrale circa l’innestarsi  prepotente della nuova grammatica ornamentale sulla base di un’antichissima tradizione.

La riforma delle arti, che da noi arriva assieme a  tante altre novità da choc traumatico ( l’unificazione italiana soprattutto) provoca un vero delirio riformatore. Il primo vescovo di Acireale, mons.Genuardi, propone al Pantellaro di progettargli una cattedrale “nuova e grande a stile gotico” o almeno di ” riformare a stile gotico” il nostro Duomo! Le cose, fortunatamente, anche per merito di Ernesto Basile non sono andate, se non in parte, in quella direzione. Ma Pantellaro può punteggiare Acireale di altre realizzazioni nel suo prediletto stile, come nel caso della facciata della chiesetta dei Raccomandati, un pò più giù del Presepio di S.M.della Neve.

Nella catastrofe che ha investito in questi anni  la Villa Belvedere, per mera fortuna, il ‘ventaglio’ non è stato toccato, nonostante le trovate a dir poco esilaranti di qualche assessore, tipo Nuccio Calabretta, di una passata giunta, che aveva promesso che sarebbe stato coperto da “uno speciale film” per salvaguardarlo…..

In un anno che in questo momento non so precisare, comunque tra gli anni ’80 e ’90, ottenni un permesso per fare delle prospezioni in una zona del ciottolato che era saltato via  (per assoluta ignoranza dell’Ufficio LL.PP circa i sistemi di allettamento dei ciottoli): praticata, a opera di un artigiano, una buca profonda circa 70 cm., scoprii che sotto era pieno di radici degli alberi distanti una quindicina di metri. Ciò significa che il restauro scientifico, anzichè  gli insulsi allettamenti di ciottoli alla bell’e meglio con cemento, presuppone tecniche di sostruzione  simili a quelle tipiche dei mosaici pavimentali e per quanto concerne il disegno (che è stato in varie parti deformato da raffazzonate rappezzature) va preventivamente eseguito un meticoloso rilievo almeno in scala 1:20  riscoprendo i primitivi rapporti geometrici della composizione al fine di evitare grossolanità e possedere, finalmente, una tavola perpetua valida in ogni manutenzione.

architetto Ivan Castrogiovanni

RELATED ARTICLES
- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments