venerdì, Aprile 19, 2024
Google search engine
HomeCronacaE’ sempre festa nella “terra dei roghi”

E’ sempre festa nella “terra dei roghi”

ACIREALE – Dal termalismo al vandalismo, dalla produzione al consumo, dal salotto buono ad un recinto con transenne. Dalle botteghe ai centri commerciali, da Peppino al parcheggio abusivo, dalla villa Belvedere al degrado, è sempre festa nella terra dei roghi.

Una festa martellante, assordante in una teatrale abbondanza di circo; un sovradimensionamento di urla, di vivaci(tà) urbana, mentre un esercito di nostalgici del cassonetto “svalanga” la propria schifezza per le strade della città dei cento campanili a festa. La Santa gira e rigira, scende e non sale; i miracoli ad intermittenza mentre continuano le danze nella terra dei roghi.
Provare ad individuare il confine tra la festa, gli eventi e la misera condizione di una maledetta terra d’Aci non è semplice. E’ esercizio di pensiero, un attimo di silenzio interiore e ci ritroviamo a combattere contro la disgregazione di una comunità che non si è mai riconosciuta tale. Un agglomerato umano che ha sempre condiviso la tecnica rozza, seppure ingegnosa, della pratica clientelare; un’assemblea di umani che cerca soluzioni personali mentre continua la festa nella terra dei roghi.
Ci stanno servendo il contorno ma non abbiamo ancora avuto modo di vedere il primo piatto e men che meno la lista nel menù; quello che abbiamo letto è rimasto sepolto tra i propositi ed il ragionamento verte e s’incarna nella pochezza delle analisi, nella piccola e squallida guerra tribale. Le fazioni si fronteggiano e ci accorgiamo che da una parte ci sta il nulla dall’altra il vuoto. Inutili giochi di ruolo nella terra dei roghi.
Non si depura l’acqua del cesso, le piogge colpiscono e inondano, il sole brucia, il mare è sporco, il parcheggio abusivo, le cicche volano sugli scogli, la spazzatura dal finestrino dell’automobile ed una sbarra automatica diventa realtà tra i mugugni dei “benaltristi” sempre pronti con un caricatore di parole; si spara a salve, per fare rumore mentre continua la festa nella città dei roghi.
Servirebbero menti, idee, spunti intellettuali ma sono tutti chiusi nelle stanze polverose o a cercare consensi nella terra dei roghi. I campanili suonano a festa, la giacca e la cravatta, al centro chiese e banche, in periferie si brucia, si sente il calore della terra dei roghi. Mentre assistiamo in silenzio vedendo e quasi ammirando i migliori che cercano fortuna in luoghi lontani; oggi l’unico aspetto che da futuro è il biglietto in economica da Fontanarossa verso la speranza. Si emigra ancora mentre si fa festa nella terra dei roghi.

(mAd)

 

RELATED ARTICLES
- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments