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Elezioni regione Siciliana, un ritorno al passato?

I numeri delle elezioni regionali siciliane sono, per certi aspetti, chiari ed anche prevedibili. Quando il centrodestra si ricompatta vince, quando il PD sceglie la deriva centrista perde e finchè il Movimento 5 Stelle non chiuderà alleanze non riuscirà a governare la Sicilia così come la nazione. Ancora un altro dato è Claudio Fava che fa il quorum e porta deputati tra le fila dell’opposizione del governo di Musumeci. Infine ma non ultimo, l’astensione. Più della metà non va alle urne e così, nel bene e nel male, determina la vittoria di chi riesce a portare un maggior numero di elettori al voto.

E’ un ritorno al passato non perché Musumeci abbia mai governato la regione siciliana (ci ha provato in passato ma è stato sempre battuto) ma perché rivedere Miccichè nella stanza dei bottoni non è un grande spettacolo ed anche perché siamo convinti che Musumeci, al contrario di quanto afferma, sarà ostaggio dei partiti che lo hanno appoggiato e che gli hanno garantito la vittoria. Nel suo caso l’effetto trascinamento è assai visibile. Va anche detto che le liste in appoggio al candidato presidente Micari non votano compatti il presidente ma, verosimilmente, una parte di loro gioca la carta del “disgiunto” favorendo Nello Musumeci.

Ad Acireale primo partito il Movimento 5 Stelle, segue Sicilia Futura di Nicola D’Agostino e dietro Forza Italia. E’ un grande risultato per i pentastellati e per Angela Foti che, per la prima volta nella storia acese, porta il M5S ad essere primo partito per numero di votanti.

I voti raccolti dei candidati acesi all’ARS al momento in cui scrivo non sono ancora disponibili ma certamente meriteranno un’analisi approfondita appena possibile.

(mAd)

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