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Gli autori siciliani della “nuova antologia” – Intervista con l’autrice Antonella Leonardi

antonella-leonardi-cop-def“Una storia affascinante quella della Nuova Antologia. Un lavoro di 324 pagine che raccontano per la prima volta la storia della progenitrice della Nuova Antologia, L’Antologia di Vieusseux, e la storia della Nuova Antologia congiunta alle vite dei suoi illustri e colti direttori”.

Intervista con l’autrice Antonella Leonardi

FanCity Acireale: Antonella Leonardi lei ha scritto un volume dal titolo “Gli autori siciliani della Nuova Antologia”, ci racconta in sintesi il motivo di questa pubblicazione?

Antonella Leonardi: “Il motivo è nato da un atto di amore verso la Sicilia e verso i siciliani perché si sa molto poco sul ruolo di grandi uomini e donne che hanno tessuto le fila in forma scritta, e in fatti, della storia del nostro paese. Non c’è disciplina che manchi o che non sia stata esplicata nella Nuova Antologia nel migliore dei modi con un linguaggio armonioso e molto comprensibile.

Un’altra delle motivazioni che mi ha spinto a scrivere questa pubblicazione, è data dall’amore per il sapere che mi è stato trasmesso a Firenze negli anni di formazione presso il Cesare Alfieri, che per quanto se ne possa dire come Università pubblica, ha dato alla cultura italiana e al mondo diplomatico migliaia di uomini delle Istituzioni, per non parlare dei giornalisti, degli scrittori, un presidente della Repubblica italiana – Sandro Pertini – il mondo militare convoca o assume come consulenti i docenti di questa facoltà presso lo Stato Maggiore della difesa e non solo; insomma, si mantiene una importante tradizione sul profilo formativo molto bella.

In ultimo, l’ho fatto per dare uno stimolo ai miei coetanei che come me di porte in faccia ne stanno prendendo tante non solo nel mondo del lavoro, ma anche nel mondo accademico; si è costretti a lasciare la propria terra per realizzare i propri sogni”.

FanCity Acireale:  Lei, acese, presenta il suo volume in altre città italiane. Ad Acireale, lo presenterà?

Antonella Leonardi: “Presento il volume per la prima volta a Roma, alla Sala Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini” con relatori/amici che hanno seguito con vivo interesse il mio lavoro mentre prendeva forma sin dai suoi albori; Roma e la biblioteca del Senato hanno avuto la precedenza su tutte le altre città italiane perché lì vi è l’ultimo atto di amore che Spadolini fece all’Italia, poiché inizialmente, la biblioteca della Camera dei deputati e quella del Senato (collegate strutturalmente per volontà di Spadolini) erano accessibili solo ai deputati e ai senatori della Repubblica; affinché la cultura fosse aperta a tutti, perché un diritto, Spadolini fece sistemare strutturalmente libri, archivi, atti e documenti in maniera che questi si potessero consultare da parte di tutti, dai docenti ai semplici lettori.

Se questo non è amore per il sapere…

Nelle altre città italiane c’è un vivo interessamento: Firenze, Bologna, Milano, Roma con Istituti e Fondazioni e Palermo, alla quale va il mio più sincero ringraziamento per l’apertura e la sensibilità verso la cultura vera; l’archivio storico e la biblioteca comunale di Palermo mi hanno fornito biografie e informazioni sulle vite degli autori che non riuscivo a trovare. Anche le Istituzioni locali, metropolitane e regionali non siciliane, salvando sempre Palermo, hanno avuto un pensiero di vivo interesse verso la pubblicazione.

Ad Acireale vedremo; c’è una persona che ha un bagaglio culturale eccelso, e vorrebbe coinvolgermi in una bella iniziativa; parlerò con questa persona quando rientro e prima delle festività natalizie per definire alcuni dettagli perché mi fa piacere sapere che c’è qualcuno che ancora volge lo sguardo ai giovani”.

FanCity Acireale: Esiste, secondo lei, una disattenzione nei confronti della cultura nella nostra città?

Antonella Leonardi: “Non solo disattenzione, ma disaffezione. La cultura ad oggi sembra una bestia nera della noia nella realtà cittadina; chi fa cultura si rifugia per rassegnazione e perché non ha modo di esprimerla come vorrebbe. Non abbiamo dei caffè letterari, anche se vi è un positivo tentativo da parte di un caffè in centro, la Zelantea è sempre vuota; quest’estate mi recavo quasi sempre lì per scrivere e trovavo solo i dipendenti; ne rivedrei l’organizzazione amministrativa legata alla burocrazia anche per consultare un libro.

Sulle Istituzioni locali non mi esprimo. Loro fanno delle iniziative che penso possano essere estese a molte più realtà acesi e non. La cultura ed il sapere non hanno un colore politico.

Cosimo Ceccuti, in merito a delle considerazioni che abbiamo fatto insieme poco tempo addietro, mi disse: Noi non facciamo politica, produciamo cultura auspicando che questa arrivi a tutti.

A Firenze, la Biblioteca Nazionale è sempre piena di gente che legge, fanno presentazioni e iniziative per nulla noiose, stimolano alla lettura e vedo tutt’oggi classi di ragazzi (dalle elementari alle superiori) andare in quei luoghi ricchi di sapere, per non parlare degli studenti universitari e dei docenti.

Non capisco e stento a comprendere, perché noi, che come storia non abbiamo nulla da invidiare ad altre Regioni o altre città italiane, dobbiamo rimanere fermi davanti alla cultura; a me piacerebbe fare delle iniziative con le scuole, dare un supporto ai docenti di ogni ordine e grado, nel mio piccolo vorrei dare il mio contributo.

Acireale, a mio avviso, prima di divenire una città turistica, ha bisogno di valutare la cultura.

Più che la politica, inoltre, Acireale ha bisogno di un buon governo, che faccia gli interessi della cittadinanza in materie fondamentali e primarie per la città.

I cittadini che pagano le tasse vogliono dei servizi comunali efficienti; ma ci vuole del tempo, non è facile gestire il territorio di Acireale e dobbiamo abituarci che la fretta rischia di farci fare degli strafalcioni che ereditiamo in maniera diretta.

Ci vuole pazienza e cerchiamo di venirci incontro con il buon governo.

La cultura non è quella brutta bestia che si pensa che sia. La cultura suggerisce idee a chi ci rappresenta, la cultura ci insegna che possiamo cambiare le cose senza che sia necessario fare di questi cambiamenti spettacoli, che a mio avviso, sono inutili e fanno perdere tempo all’operatività.

La cultura è figlia del sapere, il sapere della curiosità, la curiosità dell’ignoranza.

Nessuno nasce con il sapere in testa, e tutti possiamo leggere da Pinocchio di Collodi a Umiliati e Offesi di Dostoevskij. I libri sono dei fedeli amici che ci daranno sempre i consigli migliori e mai ti tradiranno. Anzi, ci aiutano a prenderci di coraggio e tentare, a volte anche invano, di scuotere le coscienze. E di libri ad Acireale, ne abbiamo parecchi e pure belli”.

(red)

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