Acireale – Sono, ad oggi, quattro i candidati sindaco in liza per le prossime elezioni amministrative e non sono ancora tutti. ArriverĂ certamente un altro/a civico espressione del centrosinistra e, forse, ancora qualche altro nome si aggiungerĂ magari espressione di una quota minoritaria di societĂ civile. I partiti in questa tornata elettorale sembrano essersi dissolti ma non è così. Di fatto tra i partiti si susseguono riunioni e incontri, si cerca la quadra e la convergenza sul nome giĂ in campo e si cerca di far tornare i conti e tutte le pecorelle smarrite per un uomo o donna su cui convergere.
Dal centrodestra al centrosinistra, passanto per tutte le direzioni politiche possibili si cerca il “civico” che possa rappresentare le aree politiche ma senza tessera in tasca. Emergono essenzialmente due fattori. Il primo. I partiti storici sanno di essere in piena crisi e nell’assoluta parabola discendente (il M5S alle regionali e alle nazionali ha battuto il PD e Forza Italia) ed allora giocano la carta del candidato/a civico. Una formula che nell’elezione amministrativa del 2014 aveva premiato il candidato di CA Roberto Barbagallo.
Sono manovre semplici e in qualche modo davvero stucchevoli perchè, in fin dei conti, in cittĂ non solo gli addetti ai lavori ma tantissimi cittaidni sanno bene chi sta dietro i vari candidati e chi, invece, si muove autonomamente. E’ una formula, ormai abusata, che mostra la crisi profondissima dei partiti e indica, allo stesso tempo, l’incapacitĂ degli stessi di mettere in campo un candidato/a politico che possa guidare con autorevolezza Acireale anche senza dovere indossare la “maschera” del civismo.
Si va ad elezioni amministrative e le formule stantie e logore sembrano prendere la scena mentre Acireale aspetta con trepidazione e ansia non il cambiamento ma una vera e potente rivoluzione civica.
(mAd)