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Il domenicale dell’uomo qualunque

Ancora una settimana difficile, pesante e complicata. Ansia.

Ieri mi è arrivata una cartella esattoriale, quella nera. Non volevo neanche rispondere al citofono perché già immaginavo cosa mi aspettava. Da anni non sono in grado di pagare quasi niente e a malapena riesco a mantenere i due figli a scuola. Ogni anno con i libri è un problema grosso, non ho i soldi per comprarli e il comodato d’uso funziona male, per cui i miei figli ne approfittano per studiare poco e niente.

Mia moglie dovrà fare delle cure mediche ma quasi nulla è “mutuabile” e ha deciso, quindi, di non curarsi. Un fatto triste perché invece so che ne ha tanto bisogno.

Lunedì sono andato alle tre del mattino all’ufficio del lavoro. Ho dormito qualche ora in macchina e quando mi sono ripreso, all’alba, ero già ventiduesimo nella lista di attesa. Una mattinata tragica perché comunque sapevo che non potevo aspettarmi nulla di buono. Sono in lista, rinnovo i documenti ma non mi chiama mai nessuno.

Martedì si è reso impellente andare a comprare del pane e due chili di pasta. Sono andato al supermercato con sette euro e trenta centesimi, non ho preso ne il carrello ne il cestino non mi sarebbe servito a nulla. Tra i corridoi mentre cercavo la pasta economica e mezzo chilo di pane, non poteva fare a meno di sbirciare tra i carrelli degli altri clienti. Tanta roba. Ma non sono riuscito a capire cosa ci fa la nonnina con tre bottiglie da due litri di coca cola e due confezioni di piadine; non importa vado alla cassa pago e mi restano poco meno di cinque euro. Dovremmo vivere fino a giovedì. Vedremo come fare.

Mercoledì e giovedì sono stato con lo zio Turi a lavorare in un cantiere. L’idraulico si era dato malato e così mi hanno chiesto di fare i collegamenti in due appartamenti in ristrutturazione. Nella pausa pranzo lo zio Turi mi offre una mafalda con la mortadella e una “Moretti”. Mangio mezzo panino, l’altra metà la rimetto nel sacchetto che così venerdì uno dei miei figli potrà fare la merenda a scuola. Cosa dovrei fare? I figli vanno aiutati e sostenuti così come si può.

Venerdì incasso 50 euro per i due giorni di lavoro negli appartamenti. Prendo dieci euro e compro dei pomodori e due lattughe. Mi manca la frutta, in famiglia non si vede una mela da troppo tempo, le vitamine le prendiamo dal sole e dalla malasorte. Venerdì sera siamo tutti in casa, i miei figli non escono con gli amici e li capisco se consideriamo che non hanno un solo centesimo in tasca. Guardo mia moglie e prendo il coraggio a due mani. Metto la mano in tasca prendo dieci euro e li do ai figli. Due panini al volo sette euro e gli altri tre euro per comprare una  bevanda. “Uscite con gli amici”.

Sabato è silenzio in casa. Mia moglie mi chiede due euro per tentare la sorte con qualche cazzo di gratta e vinci, La guardo, non parlo, penso che non si cura per mancanza di denaro, rovisto nella tasca e trovo una moneta da due euro. “Ecco prendi e speriamo che vinciamo qualcosa. Mi accontenterei di cento euro, sarebbe Natale”.

Domenica. Non ho nulla da fare. Aspetto lunedì e poi martedì ed ancora tutti gli altri giorni della settimana, magari prima o poi qualcosa succede.

Dimenticavo, uno di questi giorni dovrò incontrare il sindaco ma non per parlare dei miei problemi ma per sostenerlo ‘che lo trovo troppo scoraggiato.

N.B. Ogni riferimento a persone o fatti è frutto della fantasia ed è puramente casuale.

(mAd)

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