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Il sindaco pentastellato Alì ci riporta indietro nel tempo. ZTL, ancora scelte insensate.

ACIREALE – Il sindaco scrive “Giovedì ho incontrato il personale dell’ufficio regionale del turismo. Ci hanno proposto, gratuitamente, un servizio di visite guidate di Acireale”.  Un servizio di visite guidate, aggiungiamo, da proporre in corso Umberto e piazza Duomo magari facendo slalom tra le autovetture impazzite e affogare tutti insieme, cittadini, turisti (quali?) tra il caos urbano stile Bombay anni ’80.

Il sindaco continua ad incontrare qualche sparuta rappresentanza di categoria e, al contrario del suo predecessore Barbagallo, non si degna nemmeno di sentire i cittadini. Parla di ztl come tema che “spacca l’opinione pubblica” e non si accorge nemmeno di cosa realmente pensa l’opinione pubblica. Il suo indice di “opinione pubblica”, temiamo, si ferma ad una mezza dozzina di commercianti ed è questa la miopia e l’incapacità a dare segnali di miglioramento della vivibilità e organizzazione degli spazi. Intanto l’impatto dovuto all’inquinamento da traffico al centro è micidiale e visiblissimo. Una rete di marmitte avvoge il centro e la situazione di via Galatea non è per nulla migliorata. Insomma un vero declino della vivibilità. Una farsa in cento atti, ordinanze che si susseguono e che lasciano tutti stupiti e interdetti.

Leggiamo le parole del sindaco Alì: “Sabato mattina ordinanza per la ztl. Questo è un tema che spacca l’opinione pubblica: da sabato fino al 31 gennaio rimane chiusa solo piazza duomo dalle 19 dei prefestivi alle 23 dei festivi”.

Poi il sindaco nel suo incredibile resoconto si infila nel coro di quelli che sovrappongono traffico con business e ci riporta indietro nel tempo; quel tempo fatto da teorie astruse e inconsistenti. Ecco un passaggio che consideriamo davvero incredibile e assolutamente contestabile. Il sindaco Alì afferma: “Sono andato in giro per i negozi verificando anche gli incassi realizzati, veramente sconfortanti . Il commercio in corso Umberto è boccheggiante, le botteghe sfitte sono tantissime, sono ormai altre le aree commerciali di Acireale, prescindendo dai centri commerciali.

Quindi, secondo Alì, i negozi vendono poco per quelle ore di ztl in corso Umberto. Ha mai provato il sindaco a girare in auto per il corso Umberto e provare a fare anche un solo acquisto? Impossibile, in corso Umberto tutte le soste sono sempre occupate e ci si può solo incolonnare come i deficienti e non certo fare acquisti.

Poi, infatti, nel suo sermone pieno di luoghi comuni e di inesattezze il sindaco si contraddice (crede di fare la politica dei due forni) quando afferma: “Continuo a pensare che per poter competere con i centri commerciali e rendere appetibile quest’area la ztl sia essenziale, però deve essere accompagnata da strutture e da eventi , anche a basso costo, che portino la gente in centro”.

Ottima cosa gli eventi ma non sono certo il motivo per cui si deve chiudere il centro al traffico veicolare, al sindaco dobbiamo forse ricordare i dati sull’impatto per la salute che hanno migliaia di auto incolonnati in una strada del centro chiusa da entrambi i lati dai palazzi. Dobbiamo forse raccontare al sindaco che tutte le zone dove è stata istituita la ztl, nel medio periodo, hanno portato benefici proprio al commercio, alla vivibilità e alla salute? Alì ci riporta indietro nel tempo non solo per le ordinanze che firma ma anche per le scadenti motivazioni che porta a supporto di provvedimenti osceni e fuori dal tempo.

Infine il melodramma. Un atto unico di chiusura che è davvero il resoconto del provincialismo e dell’ignoranza in materia. Ecco la chiusura tutta cuore del sindaco pentastellato. “Mi rendo conto delle giuste attese di chi vorrebbe una città tolta alle auto, ma sono scelte che non possono essere fatte a cuor leggero quando si incide sulla vita delle persone”.

Si incide sulla vita delle persone, caro Stefano Alì, quando si continua ad ammorbare i cittadini con gli scarichi e le polveri sottili, quando non si interviene per controllare e monitorare via Galatea, quando i nostri figli non hanno un solo spazio pubblico privo di transito veicolare, quando non ci sono parchi e giardini, quando non si riesce a comprendere che il commercio non fa business con le auto incolonnate.

(mAd)

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