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Il voto, il ballottaggio, il commissario.

ACIREALE  – “Una delle prime cose di cui si dovrà occupare  il nuovo sindaco è la completa ristrutturazione dell’apparato amministrativo”. L’affermazione del commissario Scalia non deve passare inosservata come è necessario e indispensabile fissare bene in mente che il Comune “non ha soldi” e che i debiti dell’Ente “non si auto estinguono, bisognerà pagarli e sono milioni a cominciare dalla Sogip”. Come ormai avevano ben compreso il commissario Scalia è chiaro nelle sue riflessioni e analisi. Debiti da pagare, ristrutturazione dell’apparato amministrativo e un Comune che certamente dovrà fare molto per evitare il dissesto.

Intanto Acireale si è divisa tra chi ha scelto la proposta del candidato sindaco Michele Di Re e chi, invece, ha preferito dare un significativo e chiaro segnale di svolta preferendo il candidato del Movimento 5 Stelle Stefano Alì. Bocciata la proposta di Nino Nicotra che si riproponeva dopo sedici anni dal suo breve mandato e respinto senza appello il candidato sindaco veterano del consiglio comunale Rito Greco. Giusi Brischetto si ferma a mille voti così come ampiamente previsto da tutti gli osservatori. Da cinque a due e si apre la scelta finale con il voto al ballottaggio.

Michele Di Re si presenta con un margine di vantaggio nei confronti di Alì ma, come è noto, non potrà contare sui gregari (i candidati al consiglio comunale) e non potrà neanche contare sull’entusiasmo. Di Re si presenta come un imprenditore che si presta alla politica per trasferire le competenze acquisite nel “privato” e riportarle all’Ente pubblico. La stessa formula con cui nel 1992 Berlusconi decise di scendere in politica ovvero mettere a disposizione della cosa pubblica le competenze maturate in ambito privato e cercare di risollevare le sorti e il destino di una città seppellita dai debiti.

Stefano Alì corre sulle ali dell’entusiasmo e della voglia di una parte consistente di elettorato di stravolgere il volto e la prospettica politica della città. La lista del M5S è la prima lista per preferenze ed è questo il dato che ha registrato il maggior “scalpore” se consideriamo che il voto dei candidati consiglieri comunali è certamente meno politico e più legato alla conoscenza personale. Un dato assai importante perché molti avevamo certamente pensato ad un’affermazione di Alì ma i dubbi sulla lista a supporto rimanevano tutti. Invece il M5S, così come per le regionali e per le nazionali, ad Acireale si riconferma primo partito.

Di Re e Alì quindi si confronteranno voto su voto per andare a definire chi si dovrà occupare di Acireale nei prossimi cinque anni. Il commissario Scalia ha affermato che sarà a disposizione per eventuali approfondimenti sulla situazione dell’Ente ed anche che con la Tekra “ci vuole fermezza” e ci chiediamo se il futuro sindaco avrà il coraggio e la volontà di continuare il lavoro iniziato dal commissario e portarlo avanti con la dovuta chiarezza e determinazione. I problemi che affliggono Acireale sono tanti e tutti antichi e incancreniti così tanto da far tremare anche una città come Acireale che non ha mai trovato il tempo per concedersi il giusto riscatto civico.

Al ballottaggio, quindi, non dimenticando che chi va ad amministrare si appresta a portare le cure ad un malato che da troppi anni è supino nel letto e le piaghe da decubito sono orami sanguinanti e infette.

(mAd)

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