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Ipab Oasi Cristo Re: lavoratori allo stremo (di Gaetano Rizzo)

Acireale – E’ salito a quota 35 il numero degli stipendi in arretrato per i lavoratori dell’Ipab “Oasi Cristo Re”, costretti a vivere un’altra estate all’insegna dei disagi, come avviene da oltre cinque anni a questa parte. L’ente di via Maddem cominciò ad “inciampare” nel 2009, ma le inadempienze finanziarie nei confronti dei circa 50 dipendenti diventarono sistematiche a partire dalla fine del 2012. Più di un lustro durante il quale i lavoratori hanno dovuto stringere la cinghia, ricevendo gli stipendi con ritardo sempre maggiore, sino ad accumulare crediti per quasi tre anni. Stipendi modesti, certamente non da manager, ma destinati a lavoratori che, nonostante l’assenza di compensi, hanno continuato a prestare la loro opera, mostrando un forte senso di responsabilità e di attaccamento ai pazienti ricoverati. Il calo del numero di questi ultimi ha influito soltanto in parte, come spiega il direttore dell’Ipab, dott. Angelo Rigano. “I nostri problemi – dice – hanno avuto inizio in coincidenza con la riduzione dei trasferimenti da parte della Regione”. Di fatto, non si è tenuto conto del tipo di servizio che l’Ipab “Oasi Cristo Re” garantisce ovvero della fascia di popolazione che ne beneficia, anziani disabili in prevalenza. Da qualche anno a questa parte c’è stata l’apertura verso l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, ma i relativi compensi non arrivano con regolarità. Quelle che arrivano puntuali, invece, sono le attestazioni di stima e di solidarietà nei confronti dei lavoratori che, comunque, hanno valenza soltanto sul piano umano. La stessa valenza attribuita, anche di recente, alle manifestazioni di plauso espresse dal direttore generale dell’Asp, dott. Giuseppe Giammanco, nei confronti del Centro Alzheimer attivo all’interno dell’Ipab acese e diretto dalla dott. Giovanna Marino, avviato attraverso un progetto pilota e unico nel suo genere in Sicilia. I parenti degli assistiti non lesinano a rivolgere analoghe espressioni di gratitudine ma da più parti ci si chiede sino a quando possano resistere i dipendenti dell’ente. L’ultimo pagamento loro corrisposto risale allo scorso febbraio, il saldo dello stipendio relativo ad ottobre 2014, un 40 % che, poi, è stato ulteriormente ridotto per via delle trattenute Irpef. “In busta – racconta Maria Catena Santini – ci siamo ritrovati in media appena 250 euro, tra chi ne ha ricevuti 200 e chi 300. Dopo una lunga attesa, per la verità, aspettavamo qualcosa di più concreto. Come aspettiamo da tempo che le istituzioni facciano sentire la loro voce”. L’istituzione principale, da tempo sul banco degli imputati, è la Regione. Soltanto qualche giorno fa, al culmine delle innumerevoli sollecitazioni del direttore Rigano e del commissario straordinario Rodolfo Crisafulli, gli uffici competenti hanno emesso il decreto di pagamento relativo ai fondi legati alla legge 71, circa 170 mila euro. Insufficienti per corrispondere due stipendi, come è negli auspici del commissario Crisafulli, fermo restando che si sta studiando un sistema per potere differire il pagamento degli oneri previdenziali. E, comunque, ancora il mandato non è stato emesso. “Siamo allo stremo – osserva Grazia Lo Castro – perché le bollette da pagare arrivano assieme a tutte le altre scadenze e noi, purtroppo, non riusciamo a fronteggiare alcunché, pur lavorando quotidianamente e con senso di responsabilità”.Gaetano Rizzo

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