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Ivan Castrogiovanni: Cimitero di Acireale un anno fa (seconda parte)

Non è stato per nulla facile riunire…al cimitero puntuali alle otto del mattino, sotto una tenue pioggerellina, Sovrintendente, Sindaco, il suo vice,  presidente e due  membri di tutto rispetto degli  Zelanti, presidente del ‘project financing’ da nove milioni per la gestione trentennale del camposanto, dirigente degli uffici lavori pubblici e urbanistica, e tanti altri interessati al summit, per avere una risposta circa chi, e con quali strumenti legali, abbia potuto costruire in un lampo un enorme colombario da tre piani che ha cancellato il  verde paesaggio a ovest del rettangolo storico e annichilito l’architettura delle splendide  cappelle gentilizie di fine Ottocento, sovrastandole. Ma anziché riuscire a ottenere almeno un ridimensionamento di un po’ di metri in altezza di quell’obbrobrio, firmato purtroppo anche da un architetto, mi sono guadagnato  l’ulteriore annuncio, dato dall’ing,Giovanni Barbagallo, dirigente tecnico del Comune, della prossima  eliminazione delle alture verdeggianti a ovest  per far posto a una strada, e ‘ l’assicurazione ‘ che l’edificio resterà com’è  perché l’operazione “costerebbe troppo”. Dal canto suo l’architetto Fulvia Caffo, Sovrintendente, anche se visibilmente scossa dallo stato dei luoghi e con la promessa di vedere le carte, non mi è sembrata per niente speranzosa. In più ho perso anche il ‘tu’ che ci davamo col sindaco che  ha platealmente detto che ha cose più importanti che parlare con me, lo stesso dicasi col vicesindaco ( che in un epico consiglio comunale del 15 luglio 2013, quando stava all’opposizione, stigmatizzò la gravità della privatizzazione del cimitero tramite il ‘project financing’). Si è anche scoperto, senza tanti giri di parole, che  si può costruire all’interno di quest’area fino a diciassette metri di altezza e  non c’è alcun vincolo monumentale e paesaggistico. Vale a dire che il cimitero finora aveva conservato il suo aspetto sol perché non sono stati conclusi contratti globali  tra amministrazione e privati. Un vero miracolo, fino a ieri. Oggi non è più così e presto sorgeranno altri colombari per migliaia di loculi. Mi sono provato anche  a chiedere perché non sia stata avviata la costruzione di un crematorio, ma il sindaco ha subito troncato questo interrogativo : non lo fanno altre città, perché dovremmo farlo noi…
Mi pare di essere rimasto davvero solo: avverto però  gli Zelanti, l’associazione degli ingegneri e architetti acesi, l’ordine degli architetti di Catania, tutti i custodes civitatis, che c’è un limite fisico oltre il quale non posso andare. E la cosa più triste è che non vedo giovani a percorrere quella strada che ho percorso per  oltre quarant’anni.

arch. Ivan Castrogiovanni

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