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Ivan Castrogiovanni: Il Presepio

Questo micro-racconto apparve sulla stampa locale il 14 settembre del 1983. Surrealistico ma non troppo (l’assessore regionale al beni culturali si chiamava Ordile, Pippo Baudo aveva una villa a santa Tecla, i milioni furono davvero 137), molti dei suoi protagonisti sono morti. Lo dedico all’assessore al turismo Antonino Coniglio, che voleva sapere qualcosa di più da me. Sappia solo, l’assessore, che fu eseguita tra l’81 e l’82 una impermeabilizzazione della Grotta e da quel momento sorsero i problemi di aerazione interna. Gli ho chiesto di affidarmene il restauro: per tutta risposta non si è fatto più sentire.
I.C.
IL PRESEPIO

137 milioni, decine di comparse, quattro anni di giramento, un cast eccezionale: trentadue pastori. La storia ha un epilogo truculento: i corpi dei pastori saranno dati alle fiamme, le loro teste avviate a un laboratorio di chimici nazisti per esperimenti di disidratazione, il loro misero speco trasformato in un “ Christo’s grill” per carovane di ospiti di “Domenica in…” in pellegrinaggio ai santuari baudiani. Peccato che non riusciremo a vederlo alla Mostra di Venezia! Lo sforzo organizzativi è immane, e il regista ha avanzato al Produttore richieste di nuovi assistenti e nuovi fondali.
L’idea nacque così, per caso, diciamo che fu Trovata alla fine del ’79 mentre alcuni amici (dai curiosi nomi di Arancio, Verdello, Manda-Rino) ascoltavano lo Schiaccianoci, il celebre balletto di Ciaikowskij : sarebbe stata la storia non di un solo pastorello (c’era già in circolazione “Padre padrone”, dei fratelli Taviani) ma di un intero gruppo di uomini e donne che fin lì aveva condotto vita promiscua con gli ovini e ne era ormai stufo. Allettati da un venditore di biancheria intima, avrebbero deciso di partire per la Gujana per coltivarvi intensivamente la manioca.
Gli amici decisero: Manda-Rino va a Palermo, si Ordisce un finanziamento e, finalmente, si gira. Avevano le idee chiare, ma erano digiuni di regìa. La loro scelta cadde ineluttabilmente su quel tipo con le folgorazioni Paoline, specializzato in opere di lungo respiro, che aveva come manìa quella di utilizzare immensi fondali scuri.
Così è iniziata l’attesa, l’attesa di una società che in quei pastori, in fondo, si riconosce.

Ivan Castrogiovanni

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