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La pelle dei lavoratori…

Oasi Cristo Re, una eutanasia programmata?
Lo stillicidio continua più di trenta mensilità indietro e malgrado i tentativi di racimolare qualche soldo al fine di alleviare la grande sofferenza, il problema, oramai cronico, dei lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re è lontano dal risolversi.
Se da un lato il Sindaco ha favorito affinché si affrontasse un piano di risanamento, dall’altro la Presidenza della Regione poteva con un atto amministrativo cercare, sempre nell’ottica del risanamento, di offrire soluzioni dignitose, cominciando dallo stanziare una cospicua cifra per i lavoratori e per il rilancio.
Gli enti che hanno negli anni nominato gli amministratori dell’Ipab sono tutti parimenti responsabili della situazione odierna, nessuno escluso.
La politica, che con le sue scelte ha generato questo disastro, deve affrontarne le conseguenze.

Malgrado le difficoltà, l’Oasi Cristo Re offre un’assistenza di prim’ordine ai suoi ricoverati, pulizia e cura sono state e rimangono al primo posto.
E’ ammirevole il senso di dedizione dei dipendenti, che pur non ricevendo il salario, non abbassano di nulla la qualità delle prestazioni.

Le promesse, le parate davanti alla stampa, le riunioni “stagghiasangu”, le iniziative politiche devono avere un unico scopo, far rientrare delle spettanze arretrate e garantire un avvenire all’Ipab Oasi Cristo Re e ai suoi dipendenti.

Far morire una struttura così bella, utile e funzionante sarebbe l’ennesima merdata della politica.

Sempre sulla pelle dei lavoratori.

(santodimauro)

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