venerdì, Aprile 19, 2024
Google search engine
HomeDai lettoriLa saggezza di Menenio Agrippa e l'ottusità suicida dell'Occidente di Enzo Coniglio

La saggezza di Menenio Agrippa e l’ottusità suicida dell’Occidente di Enzo Coniglio

enco-coniglio-copÈ risaputo che la Storia attuale non trova posto nei libri utilizzati nelle scuole e, tanto meno, la trova la Politica estera relegata ai pochissimi fortunati che si avviano alla carriera diplomatica e internazionale.

Ed è un autentico disastro perchè priva i cittadini della più efficace chiave di lettura per capire e valutare i fenomeni più importanti del nostro tempo – come quello dell’immigrazione – e per immaginare i riflessi sulla nostra vita e su quella dei nostri figli nei prossimi decenni.

Essendomi occupato di questi ambiti per ben 40 anni, vorrei offrirvi uno spaccato pacato ma realistico, utilizzando un linguaggio semplice che non sacrifichi però la scientificità del dire. E vorrei partire da quel simpatico nostro predecessore romano, Agrippa Menenius Lanatus, che nel 503 a.C. viene nominato Console e chiamato a mediare le lotte fra i Patrizi e i Plebei che avevano prodotto una profonda secessione sul Monte Sacro – una sorta di Aventino ante litteram – e che egli riuscì magistralmente a ricomporre nel 493 a.C. con il consenso bipartisan, caro Renzi, utilizzando quel famoso “Apologo di Menenio Agrippa” ricordato nelle scuole del Regno. Per inciso, Menenio morì lo stesso anno talmente povero da non potersi pagare un funerale dignitoso. Altri tempi! non c’erano gettoni, commissioni e prebende varie, cari concittadini…

L’Apologo è molto semplice: l’ordinamento sociale è paragonato ad un corpo umano costituito da tante membra tra loro interconnesse. Se le braccia, le mani, la bocca non “lavorano per protesta contro lo stomaco” che se ne sta ozioso, e quindi il cibo non arriva più ai diversi organi, ogni singolo membro deperisce e il corpo rischia di morire. È così, conclude Menenio, ” Sic Senatus et Populus quasi unum corpus, discordia pereunt et concordia valent”. (Così il Senato e il Popolo, come se fossero un unico corpo, con la discordia periscono e con la concordia si mantengono vitali).

Questa semplice verità e filosofia di vita e di politica purtroppo, cari Amici, non è stata assolutamente seguita da quel mondo di cui Noi facciamo parte e che chiamiamo “mondo e civiltà occidentali”, che pretende di essere cristiano e democratico (!). La volontà di concordia è stata trasformata in “volontà di potenza”… pensate alla Germania di Bismarck prima e di Hitler dopo che hanno dato vita a due guerre mondiali che hanno fatto oltre 60 milioni di morti e molti milioni di senza lavoro e con le loro abitazioni e istituzioni distrutte. Si cercò di evitare che tutto questo potesse ancora succedere creando quella che oggi è l’UE e che Frau Merkel e il nuovo Nazionalismo tedesco rimettono in discussione: una autentica follia!

Pensate alla cosiddetta “guerra fredda”, che ha provocato tra la seconda metà degli anni quaranta e i primi anni cinquanta, oltre 5 milioni di emigrati ricollocati attraverso un organismo delle Nazioni Unite, denominato CIME.

Pensate alle guerre, profondamente distruttive per interi Paesi, condotte e mai vinte dagli Stati Uniti, da soli o in collaborazione con la NATO e con qualche Paese occidentale, come la guerra in Afganistan, in Iraq, in Libia e il mancato intervento di mediazione in Siria… Guerre che avrebbero dovuto riportare la concordia e rafforzare il tessuto sociale e che invece hanno creato un deserto fisico  ed umano, di diseredati e di sfollati che superano i 5 milioni del dopoguerra e che oggi premono sui nostri confini attraverso il Mediterraneo. Questa è la radice del gravissimo problema dell’immigrazione!

E questa situazione – sia chiaro – non è causa di un “egoismo”, caro Presidente Mattarella, ma la conseguenza di un aborto di politica estera. Dell’abbandono dei principi della coesione e compartecipazione del corpus internazionale alla interconnessione reciproca nello spirito di Menenio Agrippa.  La guerra è esattamente il peggior male possibile e in nessun caso è un rimedio.

Pensate quanto si stato a dir poco temerario,  George Bush junior a scatenare una guerra contro l’Iraq  di Saddam Hussein e contro AlQuaeda in Afganistan; altrettanto dicasi della coalizione europea che ha annientato Mohammar Gaddafi, senza pensare alle conseguenze di disfacimento di un intero popolo frammentato, incapace di compattarsi, facile preda dello Stato Islamico e di migliaia di chilometri in balia di forze gravemente eversive e destabilizzanti per lo stesso Mediterraneo. Per non parlare della Siria che si è lasciato morire lentamente con oltre 3 milioni di sfollati. E potremmo  continuare…

In conclusione, assistiamo ad una “volontà di potenza”, o peggio, ad una volontà di sterminio, infantile, autodistruttiva, per l’intero tessuto di interi Paesi.

Menenio Agrippa e la sua filosofia semplice e profondamente vera, sono stati seppelliti e con loro, la nostra società e il futuro dei nostri figli.

Primo Levi ha scritto: “Se questo è un uomo”. È arrivato il momento di scrivere: ” Se questa è la Società che vogliamo: un autentica barbarie che sarà ricordata dai nostri nipoti con un profonda condanna per una tale cultura per nulla cristiana, caro Fratello Francesco, e per nulla democratica, cari concittadini. Occorre ridimensionare la Germania, gli Stati Uniti, la Russia e la Cina; ridisegnare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, condannare pubblicamente la guerra come già fatto dai nostri Padri all’interno della nostra Costituzione.

Wanted uno, dieci, mille, diecimila Menenio Agrippa per il nostro presente e futuro prossimo.

(Enzo Coniglio)

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments