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L’ex sindaco Barbagallo va ai domiciliari e la città attende la data delle elezioni

ACIREALE – Ieri (29/03/2018 n.d.r.) è arrivata la notizia che si attendeva da alcuni giorni: l’ex sindaco di Acireale Barbagallo ottiene la detenzione “ai domiciliari”, lascia il carcere ma rimane con la restrizione, più leggera, della libertà. I giudici hanno optato per i domiciliari di fatto negando la libertà. Un provvedimento accolto con un sospiro di sollievo da parte dei familiari. Sempre ieri altri avvisi di garanzia sono stati recapitati ad alcuni personaggi politici che sono indagati per “voto di scambio” in riferimento alle elezioni regionali.

La Procura si muove con intensità tra Catania, Acireale, Aci Catena, pezzi di classe politica sotto il mirino mentre i territori restano attoniti e il riscatto civico tarda sempre ad arrivare. Rimane un sentimento ovvero quello che in una democrazia sana è sempre preferibile il ricambio politico grazie a libere elezioni e rimane la sensazione che il “ricambio” diventa coatto per l’incapacità degli elettori a scegliere con libertà, convinzione e coscienza.

Ad Acireale da alcuni giorni si è insediato il commissario dott. Salvatore Scalia che in conferenza stampa ha stupito tutti per aver individuato chiaramente le difficoltà dell’Ente. Debiti fuori bilancio, carenze di figure apicali nella burocrazia, la gestione della raccolta dei rifiuti e tanto altro. “Un onere gravosissimo” quello a cui si approccia il commissario, così impegnativo tanto da portarlo a richiedere la nomina di un vicecommissario.

I dirigenti politici del centrosinistra (difficile definire i contorni di questa prossima coalizione) e quelli del centrodestra sono a corto di idee e non hanno ancora messo in atto le condizioni per dare una proposta elettorale agli elettori.  Il Movimento 5 Stelle propone l’ing Alì e si apre alla partecipazione e alla condivisione di un programma elettorale che sarà tutto incentrato sul miglioramento degli indici di vivibilità urbana. Nel caos del panorama politico il M5S viaggia non solo sul binario della protesta ma molto più concretamente su quello del progetto per la città.

Manca ancora la data ufficiale per le elezioni amministrative ma i motori sono caldi ma anche ingolfati e traballanti. La politica delle promesse sembra essere finita per sempre e adesso gli acesi attendono con fare “metafisico” il momento del riscatto nella speranza che non saranno nell’agone politico i soliti seicento aspiranti consiglieri comunali e nella speranza che il voto sia libero da ogni condizionamento e ispirato dalla voglia della ripresa e del riscatto civico.

(mAd)

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