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L’omu aviri a menti comu u cielu e u cori comu na chiazza

Il Danzastorie di Sicilia, il maestro Alosha, ieri sera nella splendida Piazza Duomo ci ha regalato insieme alla sua allieva Giovanna, momenti di saggezza, cultura e bellezza.

Dopo l’esibizione, il maestro si intrattiene ancora un pò a parlare col pubblico, prima dei saluti finali, come a voler tenere quel legame e quell’atmosfera magica che ogni volta si crea in ogni suo spettacolo.
Alosha, loda le bellezze della magnifica Piazza che ci ospitava e in un momento di gratitudine verso la sua Acireale, ci racconta e si racconta: “Questa Piazza è fatta di persone, al di là di ogni credo, al di là di ogni colore di pelle o mestiere, la città Acireale siete voi e fatevi un’applauso che lo meritate.Ogni tanto ricordate a voi stessi che state calpestando una bellezza inestimabile, perchè questa Piazza deve finire di essere luogo di intrattenimento, perchè questa è una Piazza di cultura e quello che abbiamo fatto stasera è cultura e questa dobbiamo alimentarla e non dobbiamo farlo solamente noi artisti, poeti e scrittori ma la dovete alimentare voi, con il vostro contributo, con la vostra presenza, anche con il vostro silenzio.

Forse qualcuno di voi non conosceva Buttitta, lui come tutti i cantastorie entrava nella Piazza acculturava la gente, la Sicilia ha sempre avuto l’esigenza di acculturare, dove questa, “la cultura”, non poteva arrivare, infatti anche un carretto siciliano che simboleggiava un mestiere, entrava nelle campagne e raccontava delle storie e queste arrivavano dentro il cuore delle persone che non avevano la possibilità di studiare.

Immaginate quante ricchezze abbiamo e tra esse c’è questa Piazza, ogni pietra che calpestate è una grande ricchezza e tutto ciò, è nostro patrimonio, non è ne del comune e ne di nessun’altro è solo nostro e dobbiamo prendercene cura, averne rispetto; rispetto del silenzio, e sopratutto riuscire, a dedicarci degli spazi di ascolto per sentire e percepire.

Se un giorno, tutti quanti noi, riuscissimo ad essere capaci di ascoltare il silenzio, ci renderemmo conto che Acireale con la sua bellezza ci parla. L’ascolto, il silenzio, la bellezza sono valori collegati ad un filo che ci riconducono ad una radice umana e ci immettono in una vera e propria educazione dei sensi che pian, piano diventa educazione dell’anima, saper ascoltare il silenzio che ci parla e ci racconta e ci da l’opportunità di conoscere il nostro mondo interiore e apprezzare l’essenziale.

Acireale se saputa ascoltare, si racconta e noi in silenzio ne potremmo apprezzare la sua bellezza guardandola con gli occhi dell’amore”.

L’omu aviri a menti comu u cielu e u cori comu na chiazza”.

( Ignazio Buttitta)

(Graziella Tomarchio)

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