Da quando circola la voce che Salvo Nicotra abbia deciso di fare della Sezione del PD un museo di arte minimalista, si vede uno strano e frenetico via vai in Via Nicolosi.
Incontriamo il capo della resistenza, ovviamente col volto travisato per non farsi riconoscere, che si presenta come subcomandante Blas Espoto: gli chiediamo cosa succede ed il perchè di tanto fermento, ci risponde infervorato che la misura è colma, dopo la Fondazione Bellini che ha fagocitato nell’ordine, il Maugeri, la città del fanciullo, l’ex casa di tolleranza “za Enna”, la pietra sarpa e u Scogghiu ‘nnintra, venuto il turno della sezione abbiamo detto basta. Una sola parola d’ordine “No pasaran”.
Le barricate sono state affidate dal saggio notabile dai capelli bianchi ai giovani, che solerti hanno ammassato lettini abbronzanti, caschi da parrucchieri, vasche da idromassaggio, per impedire il passaggio agli invasori.
Pietro infervorato, per ingraziarsi gli alleati al ballottaggio, ripete continuamente a memoria il “discorso del bagnasciuga”.
Inutile ogni forma di trattativa, tutti hanno giurato: meglio con Forza Nuova che finire sotto le armate dagostiniane. Alessia Di Mauro con l’aiuto dei suoi due collaboratori Ricino e Littorio sta predisponendo un centro di prima accoglienza per i rifugiati nella sede di Via San Giuseppe.
Ironico e sarcastico il commento sul fronte opposto, il dottor Nicotra smentisce assolutamente l’interesse per il sottoscala di Via Nicolosi, anzi ci comunica che la Fondazione Bellini sta per incamerare l’ex Costarelli per farne un museo della iella, della sorte avversa e del malocchio.
Noi vigiliamo, solidali ai resistenti e con un occhio alle mosse del Fundador de la Fondasion.
(sdm)
