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Piccola di Jaci – Rivalità e gare delle due confraternite di S. Pietro e di S. Sebastiano della città di Aci , 1636

Dalle cronache del Lo Bruno apprendiamo notizie sulla festa di San Sebastiano e San Paolo del gennaio 1636.La festa di San Paolo fu particolarmente vivacizzata per via delle solite liti e gelosie. I Governatori avevano deciso di far una festa più ridimensionata e impiegare i fondi nella fabbrica della chiesa mentre i confrati di San Sebastiano non solo erano avanti con i lavori nella loro chiesa ma riuscivano a fare una festa grandiosa. Dallo scritto apprendiamo che c’era pure l’usanza di portare San Sebastiano nella Chesa dei SS. Pietro e Paolo e San Pietro e Paolo nella Chiesa di San Sebastiano.

Anno 1636, Nel mese di gennaro e festività delli Santi, cioè di S.Sebastiano e di S. Paolo, essendo in detto anno Governatore di San Pietro e San Paolo, Sebastiano Grasso, in cambio di fare l’apparato solito per la festività di S. Paolo, fece un apparato perpetuo, che fu il gettare il sottile (intonaco di calce) al Coro ed imbiancarlo; e per aver fatto detta spesa poco si curao di apparare la Chiesa e di fare festa grandiosa; ma quello di S.Sebastiano fece l’apparato e festa grandiosa. E perchè  è stato solito S.Sebastiano,  nel giorno della sua festa, entrare nella Chiesa di San Pietro e Paolo, e San Pietro e Paolo, nel giorno di San Paolo, entrare nella chiesa di S. Sebastiano, entrao S.Sebastiano, al solito, nella Chiesa di S. Pietro; ma doppo nella festa di S. Paolo, li fratelli di San Pietro e Paolo stizzati e invidiati di non permettere che si vedesse l’apparato della Chiesa di S. Sebastiano, non volevano che li suoi Santi ci entrassero; ma il Governatore e lo Vicario (Dr. D. Antonino Grasso) con li Giurati volevano che vi entrasse, e li fratelli non volevano.35413_1439683163986_3719991_n

Alla fine essendo arrivati li Santi alla cantonera delle case di Giovan Pietro Cannavò, il Vicario , Governatore e Giurati ordinarono alli fratelli che portavano li Santi, che li portassero in San Sebastiano. Non Volsero obbedire al Vicario, ma sboccarono li Santi verso il Carmine, con gran furia, non obbedendo nè al Vicario, nè Capitanio, nè Giurati. Per il che li Giurati foro forzati a  lassare li asti del Baldacchino e correre per rimediare; e non pottero rimediare, perchè si infuriaro talmente tutti li fratelli, che hormai ammazzavano il Vicario, se non avesse agiunto (aiuto) da Scipione Ganci che si trovao più vicino delli altri fratelli di S.Sebastiano e delli Giurati. Et alla fine, havendo arrivato li Santi al Carmine, Havendoci passato quella furia alli detti fratelli, si ordinao di nuovo la processione smarita per lo rumore successo. E dando ad intendere, detti fratelli, che avevano volontà di passare per dentro la detta chiesa di S.Sebastiano, ma con andare prima al carmine, si fece conforme alla sua volontà. E ci li entraro, doppo il detto rumore, non valentes aliud agere (non avendo altra scelta): perchè dubitavano (che) il Vicario non avesse da pigliare informazioni et avvisare al Vicario Generale – Ma finita la detta festività di San Pietro e Paolo pregaro il Vicario che si remediassero le cose, giacchè non aveva succeduto danno. E il Vicario, perchè gustava la Pace, si quietò e non passò innanzi, potendo fare venire Delegati e roinare alcuni fratelli sarcerdoti e secollari di detta compagnia di San Pietro.

(Cronache del Sac. Dott. D. Tommaso Lo Bruno a cura del Canonico Vincenzo  Raciti Romeo)

foto Vincenzo Caratozzolo 1960

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