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Piccola storia delle Aci – Terremoto del 20 febbraio 1818


Il 20 febbrario 1818 la zona dell’acese fu colpita da una forte scossa di terremoto (IX grado della scala Mercalli – 6.0 scala Richter) .  Mons. Salvatore Bella , vescovo di Acireale, nella sua monumentale opera “Memorie storiche del Comune di Aci Catena” (1892) ci da notizia dei danni patiti dalle varie Aci:

l’anno 1818 tornò per noi doppiamente fatale. Ai venti di febbraio, ad un ‘ora di notte, essendo il tempo serenissimo, la luna decimaquinta, tutto pace e tranquillità, un tremoto spaventevole riempì di lutto le contrade Etnee. Era da qualche tempo che l’Etna taceva: L’ultimo tremoto fatale che ricordavasi, era stato quello del 1783, che agitò e travolse Messina dalle fondamenta e noi riempì di paura per le spesse fenditure del suolo, entro una delle quali, parte dell’acqua di Reitana, detta del Principe, di botto sprofondò. Ma fu nulla a petto del terremoto del 20 febbraio i nostri pochi vecchi superstiti ne ricordano ancora lo spavento e l’indicibile confusione.

A Zafferana, essendo il popolo in chiesa, rovinò la volta e trentatrè individui vi restaron sepolti, il sangue delle vittime schizzando nella sùbita percossa imbrattò sino i panni dei fuggitivi. Sant’Antonio e S.Filippo furono sconquassati, ma con pochi morti; Aci Reale lacera e sdrucida; Aci Catena atterrata. Nel Quartiere della Consolazione, la chiesa parrocchiale, l’altra di S.Cosmo e tutte le case, parve fossero smantellate a bella posta; in quello della Catena ruinò il palazzo municipale, avallarono parecchie volte del Conservatorio, con le monache e l’educande sossopra in un granaio, due delle quali perirono; in più parti diroccato restò il Convento dei Riformati, danneggiata la chiesa di S. Barbara, quella della Madonna del Sangue e le pubbliche carceri, minacciosamente srucita la cupola della Matrice, distrutte molte case di privati cittadini, e, quel che fu peggio, con sotto le macerie in tutta la Città diciassette umani cadaveri.

Fonte: “Memorie Storiche del Comune di Acicatena”  pel Can. Salvatore Bella – Stampato da Saro Donzuso tip.Editore 1892 Acireale pag. 156 – 157

Nella foto Acicatena, la via Roma  con le chiese di Santa Barbara e in fondo la chiesa di San Giacomo.

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