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Piccola storia di Jaci – Apre il Cafè – chantant “Eden”, anno 1901

il 04 di agosto 1901 , presso il giardino Belvedere, si inaugurava il Cafè – concerto “Eden, proprietario Salvatore Di Maria che riceveva il terreno in concessione dal Comune, progettato dall’ing. Vincenzo Paradiso su indicazioni di “Neddu” Modò Mauro. Il servizio era affidato a Giacomo Costarelli (ancora nella parete si riesce a leggere quello che il locale offriva: vini, liquori, gelati e sorbetti. l’intrattenimento musicale, invece era affidato al Maestro “Neddu” Russo. Le pagine del giornale locale “Il Patriota” a firma S.G. , il giorno 11 di agosto, descrivevano il nuovo locale.

In un luogo incantevole, circondato di alberi fronzuti profumato di zagare e di gelsomini, tra le varietà di fiori, sorse L’Eden, come uno di quei castelli che il Mago merlino fece scattare da sotto terra con un colpo di bacchetta! Sorse sopra l’ultimo lembo delle sette lave, sopra il mare del quale odi il rompersi delle onde e vedi la marina illuminata, e i lumi sbandarsi per le acque. E’ posto non lungi dalla città, le cui vie rintronano degli scalpitanti cavalli, dallo scrosciare dei superbi cocchi, dal lieto vociar della gente. E vedi, lontano la riviera, i boscosi burroni. l’Etna dalla vetta nevosa e fumante, l’estremo confine dove il cielo, trapunto di astri ed illuminato dalla luna, posa sulla terra e sul mare. La natura protegge l’arte, la coinvolge nel suo vello d’oro , ma questa è più splendida di quella. La luce elettrica fuga i raggi della luna, la fabrica con i suoi artistici trapezii sovrapposti si fa luogo tra i rami degli alberi,le armoniose note ti invogliano a udire. Nel disegno che adorna la facciata di esso, il pittore ha trascritto un brano importante della nostra civiltà. Lo stile moresco, di cui l’edificio è artisticamente decorato, si adatta a meraviglia al destino di essa fabbrica, ci fa ricordare di quella importante e gaudente civiltà che  in Ispagna e tra noi si diffuse tanto rapidamente, e la cui influenza non è rilevata appieno. Mettendo il piede nell’atrio,  il poeta latino dell’amore e delle dolcezze ti chiede: “Quid petis?”  e tu devi fermarti ancora ad ammirare le decorazioni della volta di stile uguale, a leggere quei versi latini adatti ad un simposio. Poi ti appressi alla credenza sostenuta da una vasca di dorati pesciolini, e ti hai quel che comandi. Camerieri ben vestiti e pieni di grazia ti servono al tavolo mentre le dolci note musicali aumentano in te il piacere e lo svago. Io  visitai il Caffè nel giorno della sua apertura, lo trovai affollatissimo e assortito di un gran servizio di sorbetteria, di bibite e di liquori. Persone di qualunque posizione sociale si frequentavano e restavano ammirati. Lo impianto di questo caffè era veramente necessario, tolgo da ciò argomento per fare  il mio augurio allo intraprenditore; mentre rivolgo un evviva di cuore al promotore, al direttore dell’Eden! Egli ci ha dato prova, che  il buon gusto dell’arte non si è spento tra noi malgrado che qui e occasione di farne mostra. Viva l’arte, degnamente rappresentata in persona del simpatico Nello Modò Mauro, che nulla ha tralasciato per rendere artisticamente gaio quel luogo.”

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