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Piccola storia di Jaci – Gli elettori acesi del 1900

Sulla vita amministrativa  di Acireale del primo decennio del 900 possiamo attingere dalla raccolta di cronache di Salvatore Rizzo, stimato giornalista nonchè autore delle “Guide storico monumentali su Acireale”. Nel Suo opuscolo “Acireale nell’anno 1900” descrive l’elettore acese.

“Non c’era una vera partecipazione alla vita politica delle masse popolari. Il corpo elettorale non era politicamente educato tanto è vero che spesso si  barattava il voto appoggiando, dietro compenso, il favorito e il prepotente che aspirava ad impadronirsi dell’amministrazione della cosa pubblica con ambizioni , pretese ed interessi personali. Non ci si deve , pertanto, scandalizzare se a quel tempo, in cambio del proprio voto c’era chi si accontentava delle due o delle cinque lire o di una sbornia alla bettola. Gli elettori, nelle elezioni comunali del 1900, si divisero in tre categorie: della prima categoria facevano parte coloro che appoggiavano con il loro voto chi si candidava per ambizioni politiche locali o per interessi personali o per puro prestigio. Alla seconda  appartenevano la massa degli elettori: cioè quelli che erano costretti a votare secondo il colore della giunta municipale, ed i dipendenti dei privati che dovevano votare come volevano i padroni. Della terza categoria, infine, facevano parte gli indifferenti che votavano così come dicevano i parenti e gli amici; essi, spesso, per convenienza, scambiavano il voto con il denaro o una protezione”.

Gli aventi diritto al voto, nel comune di Acireale, erano, con le leggi dell’epoca, 1999 di cui votarono solo 1400 su una popolazione di 40.000 abitanti circa.

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