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Piccola storia di Jaci – “I bummi” nella festa di San Sebastiano, anno 1971

Il prof. Pagano nel suo volumetto “Acireale viva – viaggio nella nostalgia” scriveva sull festa di san Sebastiano e si sofferma sui comitati spontanei di quartiere che effettuano la raccolta fondi per organizzare i fuochi d’artificio in onore del Santo Patrono. Attualmente i fuochi d’artificio in tanti casi sono stati ridimensionati per via delle norme sulla pubblica sicurezza e in alcune zone dove anticamente si sparava una fragorosa “mascattaria” oggi si accolglie il Santo in silenzio. Rimangono delle zone che mantengono viva la tradizione come “u focu do chianu Pizzunu, “a venedda e mennuli”, “o funnacheddu”, quelli rinomati del viale Regina Margherita e quelli al Duomo al rientro. Il prof. Pagano tracciava anche per la categoria “dei bummari” un profilo:

Alla festa si cominciava a pensare dopo l’Epifania (in realta dopo L’Immacolata è la data canonica di inizio questue). In alcuni punti della Città – via Atanasia, al Carmine, in Piazza San Michele, a San Biagio – i devoti raccolgono tra i passanti, in un capace vassoio coperto da un panno rosso sul quale fa spicco una immaginetta del santo. il denaro che consenta di ingaggiare i “masculara” per i giochi d’artificio. Non riesco a dimenticare con quanto impegno si dedicava alla raccolta un devoto del mio quartiere (quello dei Cappuccini). Dopo aver racimolato una discreta sommetta – chi gli poteva dire di no? – era soddisfatto – Aveva ottemperato ad un vero e proprio impegno d’onore. Quando il fercolo si fermava davanti alla sua casa e cominciavano gli spari, la gioia sprizzava da tutti i pori. Era veramente felice!!! Le congratulazioni degli amici certo non mancavano…

 

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