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Piccola storia di Jaci – Iconografia mariana nella chiesa della grotta

Daniele Vasta in un suo saggio pubblicato dall’Accademia degli Zelanti descriveva la devozione verso Maria nelle chiese acesi. In questa rivisitazione naturalmente si soffermava anche nella Chiesa di Santa Maria della neve.

Il settecento preferisce raffigurazioni più piacevoli e aggrziate, più confacenti alla vena idealizzante e leggera che è cifra del secolo: ne sono testimonianza le tele di Paolo Vasta e Vito D’Anna. Chi però ha visitato almeno una volta la Chiesa della Grotta dove si trova la Natività del D’Anna, sa che, a fianco di questa nobilitata rappresentazione del Natale del signore, ce n’è un’altra, dalla presa emotiva di gran lunga più immediata: è l’ampia sfilata di personaggia misura reale che compongono il settecentesco Presepe Artistico, dove i volti plasmati in cera, le mani intagliate nel legno, le barbe e i capelli donati dai fedeli come ex voto, i conigli e le pecore modellati in gesso, i panni cuciti a mano, offrono della Sacra Famiglia – peraltro scolpita in pietra bianca nel prospetto, insistente leitmotiv di tutto l’edificio – una versione straordinariamente realistica e di sapore gustosamente dialettale.

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