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Piccola storia di Jaci – La passeggiata alla “Grotta” e “u Battisimu”

Il compianto prof. Antonio Pagano, nei suoi vari scritti e pubblicazioni, ci descrive le tradizioni e gli usi acesi nei vari periodi dell’anno. Una di queste era la passeggiata a “Rutta” nel periodo natalizio, in passato le autovetture erano pochissime e ci si recava agevolmente dal viale Regina Margherita (oggi cosa temeraria) e da li “e baccuneddi” o dalla trazzera nei pressi della Villa Belvedere (l’odierna via Aquilia) .

“Via Galatea, dalla parte del vecchio “acitanissimo” quartiere “de Cappuccini”, sotto Natale, si animava molto più del solito: vi passava tanta gente per andare alla “Grotta”, attraverso il nel viale Regina Margherita, oggi sfigurato dagli orrendi guasti del cosiddetto boom edilizio, davvero criminale. Alla Preula Longa, scoppiava il bailamme dei “cicirara”, i rivenditori di “calia e simenza”, dalla “vanniata” lenta, monotona, come nenia araba: “Cauda cauda è , aju calia ca è comu u ciminu daveru, assagiatila paisani…”.   Padre Don Salvatore Finocchiaro, canonico, cancelliere della Curia Vescovile, rettore della Chiesa di Santa Maria della neve, non ancora eretta a parrocchia, aveva fatto allestire dai nipoti e da tutta un’entusiasta “equipè” di giovani del quartiere il presepe con i pastori a grandezza naturale”.

L’Epifania , che per gli acesi era “u Battisimu”, nel presepe venivano aggiunti i Tre Magi – i tri Rignati – , con tutto il seguito “di tucchi ca menza luna”. Con il giorno di San Sebastiano solitamente si “strammavano” i presepi.

Le tradizioni Natalizie acesi, prof Antonio Pagano anno 1987

foto Clemente Cucuccio

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