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Piccola storia di Jaci – La prima seduta di Consiglio Comunale, anno 1946

Nel febbraio del 1987 si commemorava il 40° anniversario di ricostituzione del Consiglio Comunale di Acireale, per iniziativa dell’allora sindaco dott. Giuseppe Basile. La conferenza fu tenuta dal dott. Vito Finocchiaro che ricostruiva il perido che andava dal commissariamento del comune nel 1943 ai primi anni 50.  Si riporta il passaggio che descrive la prima riunione del consiglio con la descrizione del clima di quella serata e  il ricordo di alcuni consiglieri.

“La prima riunione del primo consiglio comunale democratico dopo la seconda guerra mondiale ha luogo in un clima di malcelata tensione, sopratutto a causa del palpabile risentimento di quelli del Fronte delle opposizioni, che non sanno rassegnarsi ad una sconfitta che ritengono ingiusta, immeritata ed imposta con male arti, ed in particolare di Michele Leotta, uomo di eccezionale temperamento battagliero, irriducibile nei suoi propositi, abituato al comando, non disposto a perdere (sarà poi, un buon Sindaco democristiano negli anni a cavallo tra il ’50 e il ’60). L’Unione popolare, da parte sua , ben convinta d’essere tagliata da ogni gioco di potere, recita la sua parte di opposizione di principio, romantica e puramente dimostrativa, sicchè si presenta con Martinez in ghette color latte e caffè, che tratta gli avversari con guanti gialli, Fichera bello come un dio pagano, ieratico come un santone indiano ed incomunicabile come il regista Michelangelo Antonioli, Grassi Bertazzi, distinto e compìto, con un simbolico foulard rosso, sistemato alla garibaldina che fa tanta simpatia, Sardella talmente pirotecnico nella vita per natura da non poter sorprendere alcuno in quella sede perchè scontato, Leotta sempre sorridente e pacificante, Sabastiano Maugeri autodidatta, poeta e muto come un pesce perchè estremamente riservato, Saro Maugeri tenebroso nell’aspetto e Scandura che pare debba mollare sganassoni a giro da un momento all’altro, ma entrambi di tale buona indole che, per ammazzare le mosche a casa loro, passano volentieri l’incarico ai familiari. Non mancano tuttavia, i “popolari” (specie Fichera che parla a tempo ed a luogo) di mordere, con un certo stile, volto sopratutto a dimostrare che l’essere “rossi” non significa mangiare bambini a colazione e divorare donne al pranzo serale con la scusa del “libero amore”, come vuolsi dimostare da parte di tutti gli altri.

Quella prima riunione del Consiglio, presieduta dal consigliere anziano perchè più votato (625 voti da aggiungere a quelli di lista), il democristiano Carmelo Nicolosi, uomo d’eccezionale “fair play” e dal pugno di ferro guantato di velluto, vede l’elezione di Lorenzo Grassi Vigo, portato in candidatura certamente per una rivincita di coloro che avevano subìto il “golpe” del 1943 ed altrettanto certamente in omaggio a qualità d’uomo onesto, signorile, amministratore ottimo del proprio patrimonio (qualità che avrà poi modo di confermare da Primo cittadino).

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