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Piccola storia di Jaci – Lo sviluppo della motorizzazione.

Nel 1972, il cav. Raffaele Di Maria, su invito del prof. Cosentini, pubblica il suo libro “Fine ottocento ad Acireale”. Una pubblicazione quasi introvabile che raccoglie i ricordi di De Maria nel periodo della sua giovinezza vissuta in Acireale, tra la fine dell’ottocento e la Grande guerra, e le sue ultime visite in città (dopo la grande guerra rimase in Friuli dove mise su famiglia). Nel libro, dopo il ritorno in città, per una visità, agli inizi degli anni 70, lamenta lo sviluppo caotico e disordinato della città:

“Il caotico traffico odierno oltre a facilitare le rapine, creando nuove forme di delinquenza e a  togliere alle persone anziane il piacere di passeggiare senza mettere a repentaglio la vita, a reso ovunque più brutto e più iniforme l’aspetto delle città. Per divagarmi sfoglio spesso album e cartoline ottocentesche delle città italiane ed estere che meglio conosco per averle ripetutamente visitate, e lo spettacolo è presso a poco lo stesso; strade belle e pulite fiancheggiate da palazzi tutta un armonia di linee, di proporzioni e di buon gusto. In esse passeggia senza calca un limitato numero di persone, giacchè tutti sono al lavoro, quello vero, a orario pieno. Pochi sono i veicoli che si vedono e per lo più a trazione animale, facilmente scansabili dai passanti che possono camminare e sostare a loro piacimento senza strische e senza semafori.

La nostra bella piazza del Duomo, divenuta ora un parco di auto, non può essere più il “salotto della città” dove gli acesi usavano sostare a loro piacimento per chiaccherare o ascoltare il concertto della banda cittadina. Lo stesso dicasi per le strade ora ingombrate da file di auto in sosta, e nelle quali certe usanze del passato non sono più possibili.”

foto:  Piazza Duomo , anno 1970

 

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