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Piccola storia di Jaci – Piazza Duomo, 1970

Nel 1970, il prof. Cristoforo Cosentini pubblicava il suo libro d’immagini “Acireale d’altri tempi”,  carrellata di foto d’epoca della nostra città prima che  lo scempio edilizio la devastasse. Nel lungo racconto, l’autore si soffermava sulla Piazza Duomo, ricordandone, con nostalgia, i fasti della piazza più bella del mondo.

” Il gran teatro per tutti era Piazza Duomo con il suo ” cinque-oro” già esistente fin dal 1874, da quando, cioè, il Sindaco dott. Giuseppe Grassi Russo (detto Sole) aveva fatto sistemare quella piazza, collocando, al centro, il palco per la banda civica, e, ai quattro  angoli, attorno ad altrettanti lampioni, aiuole cinte da ringhiera, così da configurare la carta famosa della “briscola” e della “scopa”.

Su quella piazza – la più bella del mondo per il cuore di noi acesi – i concerti di un complesso bandistico rinomatissimo davano i brividi di arcana felicità. E le “cento campane” raccoglievano, dall’alto delle torri, tutte le voci della storia cittadina.

Quella piazza era allora veramente un salotto e lo diventerà ancor meglio in seguito, perchè sarà servita, con finezza, da alcune dolcerie famose in tutta la Sicilia: Costarelli,Leotta, Lo Presti, Marano…Al banco, sempre con grande garbo e distinzione, le signore, imparentate spesso fra loro; così donna Santa, la moglie di don Giacomo Costarelli, era sorella di donna Adriana (per tutti donna Niriana), che era moglie di Marano. L’epigono di questa classe di veri “autori” di dolci rinomatissimi è stato il cav. Giuseppe Lo Presti, morto da qualche mese.

D’estate, la “sparata” dei tavolini – gli arcaici tavolini di ferro battuto coperti di lastre di marmo – e i numerosi frequentatori accrescevano il fascino della piazza.

Ora, in luogo di quelle dolcerie, vi sono delle banche, ed il volto di Piazza Duomo è completamente mutato. Il “cinque-oro” fu rimosso nel 1943 dall’Amministrazione comunale Grassi – Voces; il palco della musica fu trasferito all’angolo della piazza, tra la Cattedrale e la Chiesa di San Pietro, e gli amatori poterono ancora ascoltare della buona musica. Oggi, non c’è nè palco nè musica, ma – come tutti sappiamo – un posteggio per macchine e motorette. Allora, invece, trionfava il romanticismo dei landò e dei fiacre e questi non osavano violare quel recinto.

 

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