Col riscatto della Città dal baronaggio feudale e otternuta la demanialità (1530) , tra i tanti privilegi , l’Imperatore Carlo V accordava pure l’amministrazione della giustizia, civile e penale conforme al privilegio accordato qualche anno prima al marchese d’Iraci.
….licere et habere concedimus merum e mixtum imperium ac liberam omnimodam et plenissiman gladij potestam ac omnem jurisdictionem civilem et criminalem, altam et baxam quantumcumque et qualitercumque eorumque exercitium cum libera et omnimoda ac plenissima causarum omnium cognitione seu decisione omnimoda gladij potestate et animadversione in delinquantes et facinoros homines cuiuscumque sexus, gradus aut condictionis existant ortodoxie fidei aut alterius cuiuscumque sexus in dicto vestro marchionati predicti terris…….. (privilegio concesso al Marchese d’Iraci – Liber Privilegiorum Civitatis Jacis)
L’amministrazione della giustizia era esercitata da una corte criminale e civile composta da un capitano giustiziere, un giudice criminale e un fiscale. La corte civile era composta da un giudice civile e da vari giudici “ideoti” per le cause più semplici. Solo alcuni reati rimanevano di pertinenza della Corona , come il reato di lesa maestà e la falsificazione di moneta
Questi privilegi conquistati dagli acesi dureranno fino ai primi dell’800, con il riodino dell’amministrazione del Regno delle due Sicilie, la Città perderà questi privilegi e la giustizia sara amministrata nel capoluogo dell’Intendenza.
nella foto particolare del privilegio del 05 giugno 1530 – Liber Lubeus ASCA
per maggiori approfondimenti “Aci nei secoli XVI e XVII” della dott.sa Gravagno