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Progetto Sahrawi “Mi Casa Es Tu Casa”. Abbiamo sentito Maria Continella

ACIREALE – Anche quest’anno ad Acireale continua il progetto “Mi casa es tu Casa”, alcuni bambini con accompagnatrici del Sahara occidentale sono ospiti nella nostra città per fare conoscere loro le nostre abitudini e per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione difficilissima in cui vivono. Di fatto questo popolo vive rifugiato in un campo profughi perché non tollerati dal Marocco. Afferma Sara Scudero: “I Sahrawi nascono da 40 anni nei campi profughi situati nel deserto del Sahara, in territorio algerino, e prima dell’esilio nascevano nel Sahara Occidentale che  non è il Marocco ma un territorio a sé stante occupato illegalmente da quest’ultimo”.

Abbiamo sentito la signora Maria Continella che insieme a Sara Scudero portano avanti da anni il progetto “mi casa es tu casa”.

Maria Continella: “Iniziamo subito con invitare tutti all’evento di sabato 22 luglio che si terrà al cortile dell’Istituto S. Luigi a partire dalle ore 19.00 e che prevede una festa/incontro in cui presenteremo i bambini e la loro accompagnatrice, racconteremo il progetto e chi vuole può partecipare anche portando un dolce o qualche altro piccolo regalo”.

Cosa prevede il progetto?

Maria Continella: “Il progetto “Mi casa es tu Casa” dell’associazione di volontariato Terra Futura è un progetto nazionale sull’accoglienza rivolto ai bambini Sahrawi che vivono nei campi profughi nel sud dell’Algeria. Il progetto prevede l’accoglienza dei bambini Sahrawi noi ad Acireale ne abbiamo accolti otto, seguono gli accertamenti medici, e vanno con noi in giro per fargli conoscere la cultura occidentale e per fare raccontare la loro storia come veri ambasciatori di pace. La loro situazione politica è drammatica in quanto il contrasto con il Marocco  li costringe a vivere in esilio. Un modo esemplare per fare accoglienza e per far conoscere la loro drammatica situazione”.

Si legge nella pagina social del gruppo Associazione Terra Futura. “… è molto importante che la storia del popolo Sahrawi venga conosciuta da più persone possibile e non c’è modo migliore di conoscerla se non dalla voce di chi la vive ogni giorno”.

Un evento da non perdere per tutti quelli che hanno a cuore i bisogni e le sofferenze dei più deboli e indifesi.

(Daniela Gieri)

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