Acireale – In consiglio comunale Michele Di Re: “Proprio dopo 425 anni dovevamo iniziare a “sbigliettare? Studiare meglio i flussi d’ingresso non era più ragionevole?”
(red)
Il testo dell’intervento
i risvolti turistici ed economici che esso rappresenta nell’asfittico panorama di iniziative sul territorio della nostra Città.
Nell’apposito consiglio comunale indetto su mia richiesta e svoltosi il 5 ottobre, ho più volte ribadito che, seppur in linea di principio ritenevo auspicabile pervenire alla
instaurazione di un biglietto a pagamento per l’ingresso alla manifestazione e l’accesso agli spettacoli, necessitava la massima prudenza per il raggiungimento di tale obiettivo, ed ho invitato la Fondazione e l’Amministrazione ad utilizzare l’edizione di quest’anno al
fine di raccogliere i dati indispensabili per poter poi pianificare quanto prima detto, trovando le giuste misure e modalità che scongiurassero i rischi connessi ad una
decisione affrettata e non basata su dati oggettivi scientificamente raccolti.
Anche diversi colleghi dell’opposizione si sono trovati d’accordo ed hanno espresso le loro perplessità.
Ho letto con molta attenzione la relazione della Fondazione e la delibera di Giunta che in maniera assolutamente acritica accoglie il contenuto della stessa.
Mi sono procurato ed ho letto attentamente (come spero abbia fatto la Giunta) sia la pubblicazione dello studio “Le ricadute degli eventi culturali e di spettacolo” pubblicato
dal Ciset nel settembre del 2017, sia il suo compendio nella pubblicazione Quaderni di Economia e Gestione del Turismo dello stesso anno.
Ed il risultato è stato che dopo l’attenta lettura ero ancora più preoccupato di prima.
Perché vedete mi chiedo: ma quale presupposto scientifico c’è ad utilizzare come base di previsione certa per la nostra manifestazione con le sue ben precise peculiarità, i dati di tre manifestazioni tutte di tipologia “concerti e manifestazioni musicali”?
Manifestazioni musicali dove sempre è stato prevista la bigliettazione, i cui dati sono stati usati come base per stimare il nostro Carnevale, dove mai la bigliettazione è
stata prevista.
Manifestazioni estive (due ad agosto, una ad inizio settembre) contro la nostra invernale.
Da un dato raccolto l’anno scorso di 500.000 presenze si passa poi a dire che una stima di 100.000 presenze è un dato prudenziale. Mi chiedo il perché. 500.000 non è un dato di presenze valido in termini di bigliettazione perchè è un dato di passaggi ai varchi nel
2018. Quanti acesi sono passati? E quante volte lo stesso acese che magari vive fuori del circuito è passato nella stessa giornata e nei giorni diversi? Due tre quattro volte al giorno per uno due giorni? Quindi abbiamo contato per volte magari la stessa persona?
E l’effetto di diminuzione di presenze causato dal biglietto oneroso in questo periodo di crisi è stato considerato?
Ed alla fine: perché (con il criterio del buon padre di famiglia) si è deciso che siano attendibili i 100.000? e perché 5€?
E se avessimo fatto un biglietto a 2 € magari avremmo triplicato il numero dei presenti ed invece di incassare 500.000€ ne avremmo incassati 600.000€.
Qual è quindi la previsione più attendibile?