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Ufficio del Giudice di Pace, il sindaco di Aci Sant’Antonio Caruso: “Necessario fare chiarezza”

Il 20 ottobre 2018 il sindaco Alì a proposito dell’ufficio del giudice di pace diceva che “il servizio copre 4.054 cause l’anno e ad Acireale è interessata solo per il 45% il restante delle cause interessa gli altri Comuni quindi io spero che quelli che usufruiscono di questo servizio si impegnano nei confronti dei loro sindaci per far si che si contribuisca a condividere i costi”.

I costi per il mantenimento delle funzioni del giudice di pace dovrebbero ricadere (con una quota di 1 euro per abitante) su tutti i Comuni che usufruiscono del servizio che, ricordiamo, ha sede ad Acireale.

I Comuni che usufruiscono del servizio del giudice di pace sono: Acireale, Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Santa Venerina, Valverde e Aci Bonaccorsi ed ognuno di loro dovrebbe provvedere a mantenere l’ufficio.

Il sindaco di Acireale afferma anche che l’Ente ha anche provveduto, durante i mesi del commissariamento, a definire “una convenzione con gli altri Comuni in modo da ripartire le spese ma la convenzione non ha avuto seguito ed i Comuni che usufruiscono del servizio non hanno firmato la convenzione che, ricordo, prevede un costo di ca. 1 euro a cittadino”. CLICCA QUI

Dopo aver appreso le notizie in riferimento alle difficoltà a mantenere l’ufficio viene prodotta una nota dell’Associazione Forense Acese a firma del presidente avv. Giovanni Battiato in cui, tra l’altro, si afferma che “gli Amministratori dei Comuni del mandamento del Giudice di Pace di Acireale non esitino un solo momento a contribuire economicamente alla sua gestione, assicurando una continuità storica di autonomia e di prestigio, nonché un servizio ineludibile di democrazia, con l’irrisorio costo di un solo euro per abitante…” CLICCA QUI

Il 21 novembre il consiglio comunale acese si riunisce e, tra le altre cose, viene letto in aula, a firma del Gruppo Misto, un documento relativo alla questione del mantenimento del giudice di pace.  L’incipit dell’intervento del consigliere comunale Michele Di Re recita così “Desidero stasera perorare un altro tema legato alla presenza di un importante pubblico servizio sul territorio della nostra città e che rischiamo di perdere. Come già esposto dal collega Alessandro Coco in merito agli uffici dell’INPS, la stessa situazione sta per ripetersi relativamente all’Ufficio del Giudice di pace.”

Il 29 novembre il sindaco Alì durante una nostra intervista annuncia che “Il sindaco di Aci Sant’Antonio ha pubblicato un delibera in cui richiama la dipendente in sede al Comune, questo creerà grossissime difficoltà nella gestione dell’ufficio del giudice di pace e non riusciamo a trovare un accordo con i Comuni vicini, io mi aspettavo maggiore collaborazione…” CLICCA QUI

L’11 dicembre il sindaco di Aci Sant’Antonio Santo Caruso “vuole fare chiarezza”. Afferma il primo cittadino santantonese “il costo dei dipendenti del Comune di Acireale in forza all’Ufficio ammonta a 87.167,00 euro, che sommata al costo del dipendente del Comune di Aci Sant’Antonio e ai costi di gestione dell’Ufficio restituisce annualmente la cifra di 139.309,00 euro: il documento evidenzia come, dividendo la cifra per il numero totale degli abitanti interessati dall’Ufficio (ricadenti nei sette Comuni), il Comune di Aci Sant’Antonio dovrebbe partecipare ai costi annuali per soli 18.016,00 euro, a fronte dei 32.888,05 fino ad ora sostenuti. Qualora, inoltre, non si tenesse conto del numero di abitanti, ma dell’incidenza del Comune in merito al lavoro dell’Ufficio, il Comune di Aci Sant’Antonio dovrebbe partecipare alle spese considerando quell’11,40% comunicato dallo stesso Comune di Acireale, che calcolato sulla cifra di 139.309,00 restituirebbe la cifra di 15.881,22 euro, ossia circa la metà di quanto fino ad ora pagato ogni anno.”

Costi che il sindaco Caruso ritiene eccessivi e che danno la chiave di lettura del richiamo in sede della dipendente che si occupava della gestione del giudice di pace. Fa sapere il sindaco santantonese che “alla luce delle percentuali delle quali si è fino ad ora discusso, è il Comune di Aci Sant’Antonio quello che in termini di impegno economico si è maggiormente esposto”.

Per il mantenimento dell’ufficio vi sono stati quattro dipendenti, di cui due part-time e due a tempo pieno e, sempre secondo la nota del sindaco Caruso “quello che comporta i maggiori costi (cat. D, a tempo pieno) ricade interamente, dal primo momento, sulle spalle del Comune di Aci Sant’Antonio”.

Convergono i sindaci di Acireale e Aci Sant’Antonio nel richiedere agli altri Comuni di partecipare alle spese. Ad oggi non vi sono notizie a nostra conoscenza di cosa pensano e come pensano di regolarsi i Comuni di Aci Castello, Aci Catena, Santa Venerina, Valverde e Aci Bonaccorsi.

Tutti i Comuni piangono per la scarsità delle risorse e la nostra terra diventa sempre più povera di servizi e la distanza con i presidi dello Stato diventa sempre più grande. Un fatto di significativa gravità e che aiuta a diffondere il sentimento orribile di sentirsi abbandonati dalle Istituzioni.

(mAd)

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