martedì, Marzo 19, 2024
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“Una nuova sede per l’Archivio Storico” di Davide Pappalardo

ACIREALE – Se gli allori del passato hanno permesso al popolo acese di ribattezzare Acireale “Città delle Cento Campane”, l’amara realtà con la quale oggi è costretta a confrontarsi la terra di Aci e Galatea, il buio momento storico che essa sta attraversando, le infingarde forze politiche che la dominano, non le consentono più di fregiarsi di questo appellativo.

Da troppo tempo alcune campane tacciono e le porte degli edifici chiesastici che le accolgono si sono trasformate in un sesamo che, seppur incitato ad aprirsi, continua a rimanere chiuso celando piccoli-grandi tesori della nostra Aci. Siamo nel regno di Alì Babà e delle “Mille e una Notte”, verrebbe da pensare. Eppure qualche settimana fa, mentre andavo alla biblioteca Zelantea, ho scorto l’ennesimo sesamo chiuso, stretto dalla morsa di un catenaccio che impedisce di varcare la soglia del buon vecchio “Gulli e Pennisi”, grande gloria scolastica che ha accolto gli studenti del liceo classico fino al culmine degli anni ottanta.

Fra i più alti simboli del degrado architettonico della città, il seicentesco edificio dispone al suo interno di enormi spazi, oggi sconosciuti alla gran parte degli acesi, grandi aule silenziose che, con notevole potenziale, potrebbero trasformarsi in nuovi contenitori di cultura. La cultura è quella proveniente dai documenti di un alienato archivio storico della città che non merita una così offensiva ubicazione periferica, specialmente dopo la pessima conservazione nei locali di via Lancaster;  è quella custodita in una pinacoteca (e anche biblioteca) Zelantea ormai fin troppo satura di opere d’arte oltre che di innumerevoli volumi. Auspico sempre una rinascita acese che abbia il suo polmone verde nel sapere scientifico e propongo una sana ubicazione per l’archivio storico della città: che venga trasferito nei locali del “Gulli e Pennisi” di via Marchese di San Giuliano e che l’ex edificio scolastico possa risorgere, nonostante il crollo delle volte del piano superiore e una esposizione decennale alle intemperie, accogliendo non solo i documenti del patrimonio archivistico, ma anche parte delle opere della Zelantea.

Il recupero dell’immobile e una sinergia tra le due più importanti realtà culturali della città consentirebbe di salvaguardare al meglio l’archivio storico, di ampliare gli spazi della biblioteca e dar vita a un polo culturale aperto al pubblico, in pieno centro storico, dove il patrimonio archivistico e  bibliografico congiunto a quello storico artistico possa costituire una preziosa fonte di sapere, nonché crogiolo di culture umanistiche  per studiosi e ricercatori acesi.

Attendo la costituzione di un tavolo di discussione o banco di conversazione concreto; il confronto per il raggiungimento di obiettivi comuni è ben accetto, purché esso non si riduca a fantasmatici  annunci sulle piattaforme d’incontro offerte dalla rete.

(Davide Pappalardo)

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