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29 giugno 1929, nasce Oriana Fallaci

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“Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre. Io sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo che si esalta per un chirurgo che sostituisce un cuore con un altro cuore, e poi accetta che migliaia di creature giovani, col cuore a posto, vengano mandati a morire, come vacche al macello, per la bandiera.”

 

Nata a Firenze e vissuta a lungo negli Stati Uniti d’America, Oriana Fallaci è considerata la più grande giornalista italiana di sempre e una delle scrittrici italiane più apprezzate del XX secolo.
La sua esistenza scorse all’insegna del binomio tra scrittura e impegno civile. A 14 anni prese parte alla Resistenza partigiana militando nel gruppo Giustizia e Libertà, maturando dentro di sé quella volontà di essere “in prima linea” che in seguito la spinse a raccontare da vicino i principali teatri di guerra del Novecento. 
La sua attività dal fronte, a cominciare dal 1967 con la guerra in Vietnam, diede vita alla figura dell’inviato speciale, in quel momento sconosciuta al panorama giornalistico italiano. La sua tenacia e il suo carattere indomito le consentirono di ritagliarsi un ruolo da protagonista in una professione che fino a quel momento era appannaggio del mondo maschile.
Gli anni Settanta la videro trovarsi faccia a faccia con i “grandi” della Terra, incalzati dalle sue domande scomode: da Golda Meir a Yasser Arafat, da Henry Kissinger a Muammar Gheddafi, fino alla storica intervista con l’Imam Khomeini, nel corso della quale si tolse il velo per protestare contro la condizione delle donne nei regimi islamici.
Parallelamente coltivò in quegli anni il suo primo amore: la “letteratura”. Dai resoconti dei suoi viaggi come Niente e così sia (1969) e Intervista con la storia (1974) ai due capolavori autobiografici Lettera a un bambino mai nato (1975) e Un uomo (1979). Ad oggi, in totale, i suoi libri hanno registrato vendite per venti milioni di copie in tutto il mondo.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York, si fece portavoce attraverso articoli e libri di una forte denuncia sulla decadenza della civiltà occidentale, destinata secondo lei a soccombere di fronte al fondamentalismo islamico. Questo la portò ad essere oggetto di critiche e contestazioni.
Affetta dal cancro, lasciò gli USA per vivere gli ultimi giorni della sua esistenza nell’amata Firenze, dove scomparve il 15 settembre 2006.

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