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300 economisti: i Paradisi fiscali? Da abolire subito – di Enzo Coniglio

paradisi fiscali

Dopo la netta presa di posizione da parte della Asean Investment Bank (Adb) del 5 maggio (vedi articolo su quest blog), di rilanciare una guerra aperta contro la povertà che può e deve diventare un autentico volano di sviluppo, a partire dall’India,  adesso sono 300 economisti di chiara fama a livello mondiale adare uno scossone a un secondo tabù della organizzazione finanziaria mondiale: i paradisi fiscali che non hanno “alcuna giustificazione economica”.

Si badi bene. La valutazione non è soprattutto di natura etica e tanto meno ideologica. Si tratta di una pura giustificazione finanziaria ed economica. Per troppo tempo, i sistemi scolastici e le ecclesìe di ogni tipo comprese le “massonerie”, hanno ovattato delle autentiche assurdità con giustificazioni ideologiche come le “conquiste liberali di libero mercato”, il “liberismo economico”, la “netta separazione tra morale ed economia”, per non parlare della contrapposizione esasperata tra “regimi comunisti”e “regimi liberali” mentre i nostri sistemi scolastici occidentali formavano intere generazioni di trogloditi manipolati e disinformati sulla reale natura dei sistemi economici funzionali agli interessi di lobbies  portatori di reali interessi all’interno di una economia globale “partecipata”..

Una autentica mistificazione antidemocratica all’interno di sistemi che si professano “profondamente democratici e cristiani”.

La grande crisi finanziaria americana ed occidentale, ci sta ricordando con forza di quante lacrime e sangue è impastato il modello dominante nelle cosiddette economie liberali e che in questo momento sta distruggendo una intera nazione: la Grecia con una volgarità sconcertante.

L’ultima bordata di scudi contro i Paradisi fiscali,  la ritroviamo in una lettera firmata da 300 economisti ed inviata ai leader politici mondiali che si sono dati appuntamento a Londra giovedì prossimo per discutere su corruzione e riciclaggio di denaro sotto la presidenza del premier inglese, David Cameron.

E i firmatari di tale missiva non sono certo dei contestatori e dei rivoluzionari ma una parte qualificata dell’intellighenzia economica occidentale. Tra loro una cinquantina di economisti ed esperti britannici che operano nei sancta sanctorum della London School of Economics di Cambridge e di Oxford; il consigliere del segretario generale delle Nazioni Unite, Jefrrey Sachs che in una intervista televisiva ha affermato senza mezzi termini che i paradisi fiscali sono “di fatto  strumenti di corruzione, di evasione, di illegalità autorizzata e di ogni altro tipo di frode“. Tra i firmatari, non potevano mancare Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo Monetario internazionale, il premio Nobel  Angus DeatonThomas Piketty, autore del best seller che tutti dovrebbero leggere: “Il capitale nel XXI secolo” e Nora Lustig, della Tula University, co-fondatrice della Latin American and Caribbean Economic Association (LACEA), leader del Dialogo inter-americano  e una delle maggiori esperte della economia del Messico, già rettore della Università delle Americhe in Puebla.

La conferenza, promossa dalla Oxfam un anno fa, acquista particolare significato oggi, dopo la denuncia dei cosiddetti “Panama Papers” ed è presumibile anticipare che a parte di grossi polveroni mediatici, non avrà delle conseguenze operative su questo bubbone vergognoso dell’occidente. Le lobbies,come i conigli sono dei ruminanti capaci di digerire persino l’acciaio inossidabile e lo stesso diamante. I politici sono finanziati dalle lobbies e funzionali ad essi e non certo ai loro elettori, servi ignoranti. Ci vorremmo sbagliare.

Soltanto una rivoluzione informativa e formativa di base, a livello di intellighenzia internazionale, potrà fare la differenza. Seguiremo l’incontro e vi informeremo degli sviluppi.

(Enzo Coniglio)

 

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