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A Chiazza si spegne con lentezza

ACIREALE – A Chiazza si spegne con lentezza, come le tante cose che lentamente si sono spente in questa città, nell’imbarazzante silenzio di chi le ha subite. Tra queste botteghe chiuse rimangono intrappolati i ricordi di ciò che eravamo e di tutte quelle piccole visioni che non ne hanno saputo valorizzare le virtù . Eppure, in tante altre piazze d’Italia, certi usi e certi costumi non si sono mai disfatti. Qui c’è parte di ciò che servirebbe per rilanciare le nostre speranze, ovviamente non così e non in queste condizioni.

Da via Davì a piazza Marconi potrebbe partire la vera zona pedonale, commerciale, di questa città, lo è stata già in passato. Oggi, dentro una sorta di magiche alchimie, tra visi spenti, decrepiti palazzi, spazzatura e PM10, esisterebbe un contesto polivalente capace di poter convogliare in se le giuste risposte per un vero cambiamento. In questi luoghi manca tutto, ma, soprattutto, è scomparsa l’emozione di ciò che realmente siamo: tradizione. Qui urge rilanciare un mercatino rionale permanente con delle zone franche vere, dove poter stimolare il commercio. Un progetto H24 capace di riempire quel vuoto quotidiano a cui ci siamo passivamente abituati. Mattina bancarelle, pomeriggio luogo distensivo e sera street food, una sorta di centro commerciale polivalente e ben organizzato, funzionale e attivo. Decoro urbano: panchine, fontanelle, fioriere, spazi per bambini, illuminazione, pulizia; serve tanto, ma è il minimo per iniziare a crederci.

Non è impossibile e forse neanche difficile, occorre coraggio, ma, d’altronde, l’alternativa sarebbe quella di vederci sparire definitivamente e, in tal caso, dovremmo solo trovare il coraggio di spiegarlo ai nostri figli. Noi siamo piazza Marconi e non abbiamo mai smesso di crederci.

(Petra Sappa)

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