Acireale, riviera dei limoni o discarica d’amianto? Sembra ormai che le segnalazioni di amianto in varie zone della città sia diventato tambureggiante. Microdiscariche segnalate in via Cisterna due Bocche a S. Maria Ammalati, in via Paisano, alla Cittadella del Carnevale ed ovviamente l’immensa radura di amianto dell’ex stabilimento delle acque di Pozzillo. Come è noto la composizione chimica dell’amianto è variabile ed è costituita appunto da fasci di fibre molto fini, tanto che in un centimetro lineare si possono allineare fianco a fianco 335.000 fibrille di amianto paragonato alla quantità di 250 capelli per il solito spazio di un centimetro, fa capire quanto siano sottili.
L’amianto è un nemico subdolo, che colpisce a distanza di anni, anzi: secondo studi scientifici ed epidemiologici il picco di malattie provocate dall’esposizione all’amianto si raggiungerà nei prossimi 15 anni. L’uso di questo minerale, dichiarato cancerogeno dalla comunità scientifica internazionale già negli anni Sessanta, è stato vietato nel nostro Paese ormai ventidue anni fa da una legge dello Stato (n. 257 del 1992) 
Le fibre di amianto inalate possono causare placche pleuriche e ispessimenti della pleura o malattie più gravi, anche se meno diffuse, come: asbestosi; mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale, della tunica vaginale o del testicolo; carcinoma polmonare.
