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Acireale Calcio, parla il dg Fasone: «Entusiasmo ritrovato, che bella l’Acireale in mano agli acesi! E sulla squadra…»

Da tifoso a capo popolo, una vera e propria scalata. Era il 6 marzo 2018 quando, dopo un periodo buio e nel momento più difficile della storia recente granata, l’Acireale passava finalmente in mano agli acesi. Da allora di tempo ne è passato, tra mille difficoltà e pensieri da affrontare, tutto con un solo scopo: il bene dell’Acireale Calcio. Così, quel 6 marzo di quasi due anni fa, Giuseppe Fasone da tifoso ne diviene il direttore generale. Persona apprezzatissima, disponibile e col solo obiettivo di riportare la propria squadra del cuore nelle migliori acque possibili. Difficile ripensare a quei momenti concitati che in quella stagione portarono ad una successione gestionale quasi inquantificabile. Paradossale, poi, ripensare a quei momenti e paragonarli alla ritrovata armonia ambientale dei tempi odierni. Ai nostri microfoni le parole proprio del dg Fasone sull’attuale momento ambientale e della squadra:

«Giusto in questi giorni pensavo a come il tempo sia trascorso velocemente. Tornando a quei momenti, non pensavo assolutamente che si potesse ritrovare quell’armonia che mancava da tempo. Era il 6 marzo, ci insediammo in una società completamente allo sbando con circa 250 mila euro di vertenze da pagare. Una vera e propria montagna da scalare con una vetta quasi irraggiungibile. Eppure ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato incessantemente per regalare un futuro ad una società che in quel momento faticava ad avere un presente. Oggi gli impegni non mancano sicuramente, si percepisce però nell’aria un entusiasmo ritrovato ed un’armonia ambientale tipica dei vecchi tempi».

L’Acireale agli acesi: «Ho deciso di affrontare questa esperienza in primis perchè sono tifoso e la fede per i colori granata non potrà mai abbandonarmi. Anzi, proprio l’essere tifoso spesso mi agevola nelle scelte e nel modo di operare perchè so cosa la gente, che ama questa squadra, vuole. Sono stato anch’io dall’altra parte e dunque so come si vive e quali sono le sensazioni del tifoso. Da quando ho assunto quest’incarico, l’obiettivo è stato intanto quello di togliere le castagne dal fuoco, poi di creare una famiglia che di fatto coccolasse la squadra della nostra città. In tal senso, tutti i ragazzi che stanno intorno a questa società sono davvero fantastici e l’armonia che si è venuta a creare è tipica di una grande famiglia. Oggi l’Acireale è totalmente in mano agli acesi, siamo noi a giostrare la nostra squadra del cuore. Direi qualcosa di meraviglioso. Ricordo ancora quell’annata, quando si susseguirono uno dopo l’altro tre o quattro presidenti, tutti con promesse di risanamento impropabili. Il 6 marzo siamo poi arrivati noi, insieme a Gianluca Cannavò, e abbiamo fatto i salti mortali per portare anche solo a compimento la stagione. Proprio nel momento di massima difficoltà l’ambiente si è stretto intorno alla propria squadra, a quella che poi è figlia di tutti noi acesi e siamo riusciti ad arrivare al punto odierno. Non fosse stato per tutte le difficoltà che abbiamo affrontato in questi quasi due anni, con una base alle spalle e con il contorno importantissimo attuale, l’Acireale sarebbe stata un fiore all’occhiello. Questo non vuol dire che non potrà esserlo in futuro, è proprio l’obiettivo che a piccoli passi puntiamo a raggiungere».

Armonia ritrovata, ma con ancora piccoli disagi: «Sicuramente oggi il disagio che quotidianamente dobbiamo affrontare è non avere un campo in cui allenarci in maniera stabile. Fin qui ci siamo dovuti arrangiare, vagando tra Pedara, Mascalucia, Guardia e altre strutture, e da questo punto di vista stiamo facendo i salti mortali per cercare di trovare strutture fisse che possano accoglierci stabilmente. I ragazzi comunque sono stati straordinari e hanno dimostrato tutta la loro professionalità, a partire dallo staff tecnico, adattandosi a qualunque situazione senza fare differenza tra il campo in sintetico o quello in terra battuta. E’ chiaro nel più breve tempo possibile cercheremo di trovare una quadra fissa che possa permetterci di sopperire a questo disagio. Purtroppo le condizioni del “Tupparello” ci penalizzano, ma per preservarlo e sfruttarlo il meno possibile bisogna allenarsi altrove».

Sull’attuale momento della squadra: «Tassello per tassello stiamo costruendo qualcosa di importante, il tutto anche grazie ad un mister motivatissimo. In estate abbiamo cambiato quasi l’intera rosa ad eccezione di Savanarola e di Raucci, per cui non era facile trovare un assetto immediato. Invece fin dalle primissime battute la squadra ha dimostrato di avere un’identità forte e netta, con un carattere battagliero ed uno spirito che ha stupito anche gli addetti ai lavori esterni. Dopo la trasferta di Messina parlavo con alcuni dirigenti di altre società e non hanno fatto altro che riempire di complimenti la squadra per quanto fatto vedere in campo e per l’identità visibile ad occhio nudo nonostante sia solo l’inizio della stagione. E’ stata costruita una squadra importante, con individualità che sembrano essere in D quasi per sbaglio, eppure nessuno di questi si sente già arrivato. Anzi, ha voglia di mettersi in mostra, di stupire lavorando sodo durante la settimana. A differenza di altre società non siamo andati a pescare nomi altisonanti, ma abbiamo cercato di costruire un gruppo giovane che avesse voglia di arrivare lontano. La nostra è una squadra giovane, ma con grandi ambizioni…»

Foto: Francesco Barbagallo

Giorgio Cavallaro

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